Lunedì 3 Marzo 2025
GIOVANNI BOGANI
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Eleonora Giorgi, stella del cinema per caso. Una vita tra set e grandi amori da copertina

Raccontava che pensava di fare la restauratrice. "Ho cercato di de/sessualizzare il personaggio della bionda. I miei personaggi, anche quelli sexy, sono dolci, velleitari e affettuosi. Come lo sono stata io con i miei partner"

Roma, 3 marzo 2025 – Per noi resterà sempre la ragazzina di quel film di Carlo Verdone, ‘Borotalco’. Una cascata di riccioli biondi, gli occhi azzurri spalancati, un’intelligenza brillante, vivace. Capace di tener testa a Carlo in ogni scena. Eleonora Giorgi era apparsa nel cinema italiano che non aveva neanche vent’anni: icona, simbolo di una seduzione sprint, lieve, spumeggiante. E pensare che non lo voleva fare, il cinema. "Non ci pensavo neanche: io volevo fare la restauratrice", ci confidava in una intervista due anni fa. "Mi piaceva stare in silenzio davanti alle opere d’arte, ci sarei rimasta tutta la vita". Era taciturna, riservata, solitaria, diceva. Stava preparando l’esame per essere ammessa all’Istituto di restauro. E invece, la vita decide per lei in tutt’altro modo. "Avevo fatto qualche foto da modella, nonostante fossi cicciottella e bassa", diceva. Le foto vengono viste dal regista Tonino Cervi. Ed ecco il primo film. Aveva diciannove anni. Il primo film, in realtà, era stato una particina in ‘Roma’ di Fellini. "Ero con il mio primo ragazzo, Cristiano Pogany, figlio di un direttore della fotografia, esule ungherese. Eravamo ragazzi, andavamo sempre in moto. Fellini cercava ragazzi in motocicletta, così presero anche noi. Nel gruppone dei motociclisti/comparse c’era anche un ragazzo allampanato, un certo Renato Zero…".

Eleonora Giorgi è morta all'età di 71 anni dopo aver lottato a lungo con un tumore (Foto Liverani)
Eleonora Giorgi è morta all'età di 71 anni dopo aver lottato a lungo con un tumore (Foto Liverani)

Era tutto un gioco, ancora. Poi arriva ‘Storia di una monaca di clausura’. "In una scena, dovevo togliermi le vesti nobiliari per indossare il saio. Rimanevo nuda per qualche attimo, pensavo fosse una necessità del racconto, non capivo che era una scusa, per mostrarmi come soggetto erotico. Cominciò tutto così". Erotismo all’italiana. Un modello, il suo, lontanissimo da quello delle maggiorate degli anni ’50, Loren, Lollobrigida e – successivamente – Claudia Cardinale, ma anche lontano dalla sensualità mediterranea e sentimentale di Edwige Fenech. Lei, con quel viso da Primavera di Botticelli, eredità di una famiglia italo-inglese, con ascendenze austro-ungariche nel ramo materno, rappresentava la seduzione adolescente, post sessantottina, una seduzione in jeans, dopo che la rivolta giovanile aveva già fatto presa, gli studenti in giacca e cravatta erano spariti per sempre, e anche i quarantenni erano disarmati, di fronte a questa nuova ventata di seduzione allegra, disinvolta, quasi giocosa.

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Il gioco si trasforma però in tragedia nel 1974. "Mi fidanzai con Alessandro Momo, un giovane attore che aveva fatto ‘Malizia’ e ‘Profumo di donna’. Giovanissimi tutti e due, spersi in un mondo di intellettuali. Alessandro morì tragicamente, sulla mia moto. Gliela avevo prestata io, quel giorno mi disse: te la riporto alle sette! Ebbe un incidente, mio padre lo venne a sapere, mi precipitai come una pazza, lo trovai steso in terra, già morto".

Inizia, per lei, un periodo difficile, buio. "Tanto lavoro, ma anche tanta solitudine. E la droga. Un periodo buio dal quale sono uscita grazie all’uomo che mi ha salvata". L’uomo è Angelo Rizzoli. Lo sposa nel 1979, e nel 1980 nasce il figlio Andrea. "Angelo mi ha salvata, mi ha capita, mi ha dato la forza di vivere". Nel cinema, intanto, Eleonora aveva affrontato anche ruoli drammatici: come in ‘Agnese va a morire’ di Giuliano Montaldo, nel 1976, o in ‘Dimenticare Venezia’ di Franco Brusati, nel 1979. Ma la sua chiave sarà sempre, principalmente, quella della commedia. Nel 1980, in coppia con Renato Pozzetto, in ‘Mia moglie è una strega’, nel 1980. E poi, nel 1982, in ‘Borotalco’, con Carlo Verdone. "Per la prima volta, con un regista, non mi sentivo più come una studentessa nella stanza dei professori: Carlo era un ragazzo come me, nel camper ascoltavamo Jimi Hendrix!". La chimica fra i due è perfetta, la sintonia c’è, il film è un grande successo, arriva per lei il David di Donatello come migliore attrice protagonista. E in quel giro di anni, lavora anche con Adriano Celentano in ‘Mani di velluto’ e ‘Grand Hotel Excelsior’. È un nome forte per il botteghino, e lei continua a inanellare successi. Prende parte a ‘Mani di fata’ di Steno, nel 1983, a ‘Sapore di mare 2 – Un anno dopo’ di Bruno Cortinin, lavora con Luciano Salce in ‘Vediamoci chiaro’ nel 1984. Intorno ai trent’anni, è un’attrice splendente e insieme perfettamente consapevole. Poi il divorzio da Angelo Rizzoli, nel 1984. "Da allora sono stata estromessa brutalmente dal cinema e dalla televisione, e ho passato trent’anni a scusarmi di esistere".

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Torna a lavorare con l’amico Carlo Verdone in ‘Compagni di scuola’, nel 1988, in quello che è il film più chiaroscurale, più bello forse, del regista romano. Nella sua vita privata, invece, appare Massimo Ciavarro. "Era un ragazzo che aveva molto sofferto, aveva perso il padre molto presto. Con lui abbiamo avuto il mio secondo figlio, siamo andati a vivere in campagna, abbiamo fatto agricoltura biologica…". Una vita inquieta, sempre alla ricerca di un centro di gravità permanente, di un punto di ancoraggio. L’altro grande amore sarà quello con lo scrittore Andrea De Carlo. Vanno a vivere nella casa di lui, a Urbino. Uno dei libri di De Carlo, ‘Di noi tre’, allude anche alla loro vita in comune. Gli anni Novanta e Duemila saranno quelli della televisione, con ‘Lo zio d’America’ e ‘I Cesaroni’, ma anche dell’esordio come regista cinematografica, con ‘Uomini e donne, amori e bugie’, e dell’esordio a teatro, con ‘Fiore di cactus’, dal testo che aveva originato un film con Ingrid Bergman e Walter Matthau. Nel 2009, la seconda regia cinematografica, ‘L’ultima estate’, prodotto da lei assieme all’ex marito Massimo Ciavarro, con il quale è rimasta in buoni rapporti. Nel 2018, partecipa a ‘Ballando con le stelle’ e alla terza edizione del ‘Grande Fratello vip’. Riflettendo, recentemente, sulla parabola del suo personaggio, Eleonora diceva: "Ho cercato di de/sessualizzare il personaggio della bionda. I miei personaggi, anche quelli sexy, sono dolci, velleitari e affettuosi. Come lo sono stata io con i miei partner". E in fondo, non aveva tutti i torti. È stata intelligente, spiritosa, vitale, modernissima.