Alcune usanze sono davvero senza tempo. Alla mostra 'Writing: Making Your Mark' della British Library, che aprirà nella prossima primavera, verrà esposta una tavoletta risalente al II secolo d.C ., sulla quale si trovano esercizi di scrittura di un bambino egizio.
Si tratta di una tavoletta di cera perfettamente conservata su cui 1.800 anni fa un bambino fece pratica di scrittura. Le frasi sono in greco e restituiscono una sorprendente istantanea della vita quotidiana di un giovane studente dell’epoca. Dalle traduzioni di quegli scritti si scopre che i bambini, vergando quelle frasi, non solo facevano esercizio di calligrafia, ma andavano a memorizzare anche delle massime utili a impartire lezioni morali. Le frasi, infatti, dicono cose come: "Dovresti accettare consigli solo da un uomo saggio" o anche "Non puoi fidarti di tutti gli amici".
Perché la lingua greca?
Nel II secolo d.C. l'Egitto faceva parte dell'Impero romano: un dominio iniziato a partire dal 30 a.C., sotto Augusto, dopo circa 300 anni di governo greco e macedone (dinastia di Tolomeo). Tutte le persone istruite all'epoca dovevano conoscere necessariamente il latino, ma anche, a seconda della provenienza geografica, il greco: una sorta di seconda lingua che costituiva un requisito indispensabile per le persone di un certo grado di cultura e status sociale.
Per questo in Egitto ai bambini veniva insegnato il greco: e, come la pedagogia vuole, gli venivano assegnati anche compiti da svolgere per esercitarsi.
MagazineAnche gli antichi egizi facevano i compiti a casa