Ischia, 14 luglio 2023 – "Non mi guardo mai allo specchio. E non penso mai al passato, ma sempre al futuro. Alle cose che voglio fare. Che sono tante. E intanto mi godo questo premio, ma anche mio figlio Edwin, che è qui con me, e i miei nipotini. Sono una madre piena di amore, e una nonna felice. I miei nipotini mi chiamano ‘nàinai’, il nome della nonna paterna in cinese. Così, ho imparato anche io a pensare a me stessa come a ‘nàinai…".
"Nàinai" è Edwige Fenech. La regina della commedia sexy degli anni ’70: colei che più di tutte ha saputo portare con eleganza, disinvoltura, charme la corona di più amata, più desiderata, più sognata. All’Ischia Global Music&Film fest, Edwige Fenech viene premiata per la sua interpretazione nell’ultimo film di Pupi Avati, La quattordicesima domenica del tempo ordinario. "Quando ho iniziato il film di Avati, Pupi mi ha detto: ‘Dimenticati dello specchio’. Ma io lo specchio lo dimentico da sempre. Non sono una che si guarda allo specchio, da sempre". A 19 anni vinse il concorso di bellezza di Lady Francia, durante il festival di Cannes. Si sarà resa conto presto di essere bellissima… "No, io trovavo sempre tutte le altre più belle di me. Avevo molti complessi, ero timida, non mi vedevo come mi vedevano gli altri".
È nata in Algeria. Ha ricordi anche della guerra?
"La guerra non si dimentica. C’era gente che si ammazzava per strada. Quando vedo quello che accade in Europa lo vivo molto male. Proprio a causa della guerra, con la famiglia ci rifugiammo in Francia. i francesi odiavano i ‘pieds noirs’, quelli che venivano dalle colonie. Ho sofferto molto da piccola".
Nel cinema italiano ha cominciato con i thriller…
"Sì: Lo strano vizio della signora Wardh, Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer... Film che ora negli Usa sono veri cult movie".
Come ha vissuto la popolarità di quegli anni?
"Bene, non si può non amare la popolarità. Mi scocciavano solo quei titoli, tanto che Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda non lo avevo mai voluto vedere. L’ho visto solo dopo quasi cinquant’anni, e l’ho trovato anche piacevole".
È stata la donna più desiderata d’Italia…
"Ma non me ne rendevo conto! Pensavamo molto a lavorare. A volte abbiamo lavorato per 36 ore di fila: il set a Roma, poi una corsa in Toscana, di nuovo il trucco e i ciak. Un massacro. Era un film con Renzo Montagnani, un vero tour de force. Volevo molto bene a Renzo, così come amo molto Lino Banfi. Amo molto anche Renato Pozzetto, la sua delicatezza, il suo spirito lunare".
Vive a Lisbona. Come mai?
"Avevo bisogno di prendere una lunga vacanza. L’ho fatto, e mi ha fatto molto bene. Ho trovato la serenità. In Portogallo ho mio figlio Edwin, mia nuora Camille, i miei nipotini Gabriel e Asia. Asia è nata a Shanghai e parla inglese, francese, cinese e portoghese. Gabriel parla inglese, francese e portoghese". Le brillano gli occhi, orgoglio di nonna. Anzi, di "nàinai".