Venerdì 27 Dicembre 2024
COSTANZA CHIRDO
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Eco-ansia e nostalgia, la moda degli anni ’90

Abbigliamento vintage, vinili e cd, scatti in bianco e nero: dietro le nuove tendenze della Generazione Z c’è la ricerca di sollievo

Moda vintage nella Generazione Z: un fenomeno legato all’ansia per la crisi climatica

Moda vintage nella Generazione Z: un fenomeno legato all’ansia per la crisi climatica

"La nostalgia, come fenomeno sempre più popolare tra i giovani, ha senso una volta che si considera l’insicurezza cronica che molte persone provano in quest’epoca di crisi climatica, turbolenze politiche e polarizzazione" afferma Britt Wray, autrice e ricercatrice nell’ambito degli impatti emotivi e psicologici che il cambiamento climatico sta provocando. È ormai qualche anno che per i Millennials, ma soprattutto per la generazione Z, è in corso un revival nostalgico degli anni 90: dallo shopping vintage di capi di seconda mano – o nuovi, prodotti in quello stile – ai vinili e CD le cui vendite sono alle stelle, dalle fotocamere in bassa risoluzione ai “dumbphones”. Fomentata su TikTok e Instagram da hashtags e pagine interamente dedicate alle “90s vibes”, il ritorno all’estetica anni Novanta è da tempo un vero è proprio fenomeno di tendenza tra i giovani. Ma secondo la rivista online Atmos, questo fenomeno ha anche un altro lato.

"Mentre molti di noi trovano gioia e intrattenimento nei giocattoli della nostra infanzia riportati in vita – scrive Daphne Chouliaraki Milner per Atmos – La crisi climatica continua a infuriare. Non è una coincidenza". Come spiega la giornalista, già nel 2022 The Atlantic aveva dichiarato la nostalgia come l’emozione "dominante" nell’era del cambiamento climatico, e solo pochi anni prima il New York Times l’aveva definita una "risposta naturale" alle crisi multiple. E così entra in scena il “nostalgiacore”, che ha conquistato il web facendo leva sul fascino emotivo del passato, caratterizzato dal ritorno di stili d’abbigliamento, giocattoli e tecnologie degli anni ’90 e primi 2000. Quindi, si tratta di molto di più di un semplice fenomeno estetico: è un meccanismo culturale per affrontare l’ansia da crisi climatica.

Come spiega Milner, "la nostalgia è confortante: calma evocando ricordi di tempi apparentemente più semplici e stabili". Di fronte a una crisi molto più grande di loro, che rende facile sentirsi impotenti, come afferma Wray "è una reazione molto umana voler nascondersi sotto le coperte e ignorare tutto", soprattutto per i giovani. Ma il richiamo a un’epoca di consumismo sfrenato, si chiede quindi Milner, può offrire modi significativi per affrontare un’era definita dal collasso climatico? In realtà non proprio, specialmente considerando la tendenza a romanticizzare o idealizzare il passato. Secondo Atmos, l’85% della Gen Z afferma di essere preoccupato per gli effetti della crisi climatica, e il 15% dichiara che preferirebbe pensare al passato piuttosto che al futuro. Così il nostalgiacore, da un lato, non è altro che il desiderio di una forma di sollievo temporaneo da un presente difficile, immergendosi nell’illusione di un passato migliore. Già durante la pandemia di Covid-19, le aziende di streaming avevano registrato un’impennata di visualizzazioni di sitcom classiche come Friends e The Office, poiché le persone si rifugiavano in programmi televisivi familiari per affrontare l’incertezza globale.

Così, in tempi di crisi, la nostalgia diventa "un’ancora di salvezza", ma non solo. Come scrive Milner, "la nostalgia non è affatto una nuova risposta emotiva alle crisi, ma il ritmo e la portata della sua mercificazione oggi sono senza precedenti". La nostalgia è rapidamente diventata "un prodotto commerciabile". Dalla moda ispirata a Y2K ai reboot di vecchi giocattoli come i Tamagotchi, fino ai gadget dal design retrò, i prodotti che evocano tempi passati sono diventati una merce molto richiesta. Il tutto alimentato dai social, che alimentano questa estetica. "È un problema serio che solleva interrogativi sull’etica di riconfezionare e vendere le nostre emozioni più intime come merci per massimizzare i profitti aziendali – afferma Milner – Anche se il nostalgiacore potrebbe sembrare una manifestazione innocua del nostro desiderio collettivo, rischia paradossalmente di perpetuare proprio quei sistemi di danno ambientale che creano la eco-ansia".