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di Loredana Del Ninno Un ballo di coppia che ha fatto innamorare generazioni di romagnoli, diventando parte integrante del dna della...
di Loredana Del Ninno
Un ballo di coppia che ha fatto innamorare generazioni di romagnoli, diventando parte integrante del dna della loro generosa terra. Il liscio, considerato una danza folcloristica, nasce come elaborazione di ritmi stranieri – tra cui il valzer – misti a influenze popolari. L’inventore del genere musicale che ne accompagna i passi, si chiamava Carlo Brighi, soprannominato ’Zacléin’ , in dialetto romagnolo anatroccolo.
Primo violino di Arturo Toscanini, Zacléin – nato nel 1853 a Savignano di Romagna da una famiglia contadina – fu il primo a intuire agli inizi del secolo scorso, l’allegria contagiosa di questa musica. A quei tempi in Italia erano in voga tre tipi di ballo: il valzer, la polka e la mazurca. Fu proprio dalla fusione di queste danze, contaminate con il genere inaugurato da Brighi, che nacque il liscio, così detto per l’uso dei ballerini di ’andare via lisci’, cioè di scivolare con i piedi. Una definizione, in verità, mai andata giù a Secondo Casadei, autore del celebrato ’Romagna mia’, che obbiettava: "La nostra musica frizzante e briosa tutto mi sembra essere, fuorché una cosa liscia".
Se Brighi aprì la strada al liscio, Secondo Casadei ne comprese l’importanza e suo nipote Raoul lo consacrò al mito. Grazie all’orchestra Raoul Casadei il liscio ha avuto infatti una diffusione massiccia, travalicando i confini della Romagna. Negli ultimi anni, con la riscoperta dei balli di coppia e – non ultimo – l’impulso dato dal talent di Milly Carlucci ’Ballando con le stelle’ alla voglia di scendere in pista degli italiani, questa danza ’scacciapensieri’ sta vivendo una nuova giovinezza. Anche nella variante emiliana, detta ’Filuzzi’, che si differenzia dal liscio romagnolo per l’utilizzo della fisarmonica da parte degli orchestrali.
Proprio a Bologna è diventata una consuetudine cittadina ritrovarsi in piazza Maggiore la vigilia di Ferragosto per ballare la Filuzzi sul ’crescentone’. Un appuntamento atteso e partecipato, che coinvolge appassionati di tutte le età, anche molto giovani. Il liscio e la Filuzzi, colonne sonore della Belle époque popolare, sono stati anche oggetto di una risoluzione bipartisan approvata dall’ Assemblea legislativa delle Regione Emilia-Romagna, che vorrebbe eleggere il ballo – considerato fondante per la cultura musicale del territorio – patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco.
Candidatura sostenuta da numerosi sindaci emiliano-romagnoli e diversi artisti, tra cui il cantautore Morgan e Renzo Arbore. Il liscio – capace di imporsi in passato su balli come fox - trot, tango e one step, furoreggianti negli anni Trenta – è destinato a sopravvivere anche a danze che hanno vissuto la frenesia di una stagione, come la lambada e la macarena. Dando vita a una febbre che non accenna a calare, perché della felicità in fondo non ci si stanca mai.