Venerdì 20 Dicembre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Dujardin è il nuovo Zorro: "Schizofrenico e simpatico. Io, l’eroe smascherato"

L’attore francese premio Oscar nella serie tv di Paramount Plus "Mi sdoppio tra il mitico personaggio e un Don Diego vulnerabile e riluttante" .

Lo Zorro di Paramount+. è Jean Dujardin, 52 anni. Accanto, con Ficarra.

Lo Zorro di Paramount+. è Jean Dujardin, 52 anni. Accanto, con Ficarra.

E chi l’avrebbe mai detto, che con Zorro avremmo anche potuto sorridere, e persino ridere? Merito di Jean Dujardin, divo francese premio Oscar nel 2012 con The Artist, protagonista di questa nuova versione in 8 puntate in onda da oggi su Paramount Plus.

Che Zorro è il suo?

"Abbiamo cercato di mescolare i generi: commedia, dramma, psicologico. Don Diego non vorrebbe recuperare la maschera di Zorro, lo convince Bernardo (un ottimo Salvatore Ficarra). Gli autori hanno voluto rompere il giocattolo. Zorro è schizofrenico, vive due personalità, è più umano, è più vulnerabile e quindi più simpatico".

La miniserie introduce temi attuali: la satira del politically correct, il femminismo, il razzismo...

"Ci siamo detti: o facciamo un film solo di azione, uno Zorro di algoritmi, oppure prendiamo dei temi attuali e li facciamo entrare nella storia. Siamo in quell’epoca ma parliamo di oggi. (Due esempi: Don Diego insiste perché i nativi non vengano chiamati “indiani“ ma “autoctoni“, un divertentissimo anacronismo visto che dovremmo essere nel 1821, mentre il sergente Garcia è diventato un fine psicologo che analizza i comportamenti dei personaggi, ndr). Nel telefilm interpretato da Guy Williams era chiaro che Zorro fosse lui, un po’ come Clark Kent che si toglie gli occhiali e diventa Superman, è irrealistico. Qui invece Don Diego non è un maschio alfa, mentre Zorro lo è".

Che rapporto ha con Zorro?

"Da bambino per dieci anni ho chiesto il costume di Zorro, che poi era sempre lo stesso. Ero timido, e la maschera mi aiutava a liberarmi. Sognavo di interpretarlo, ma i trenta passavano, poi i quaranta, sono arrivato a cinquanta e mi sono detto, è finita. Invece ha chiamato mio fratello che aveva acquisito i diritti ed eccomi qui. Sono stati 5 mesi di riprese in Spagna, il 97% delle scene di azione le ho interpretate io, anche se a volte le giravamo doppie con le controfigure, è bello sapere che alla mia età sono ancora in forma".

L’Oscar le ha cambiato la vita?

"Avevo tante proposte prima, e ne ho molte anche adesso. Quando ho ricevuto il premio ero dissociato, non avrei mai immaginato di vincere un Oscar. Alle 8 di mattina sono rientrato in camera, sono andato in bagno con la statuetta e sono scoppiato a ridere. Era una barzelletta, ma una barzelletta bella! Dopo l’Oscar sarei potuto andare in America, ma mi sarei ridotto a fare i ruoli clichè del francese cattivo. Culturalmente mi sento latino, e sono felice di esserlo. In primavera gireremo il film di Xavier Giannoli sul collaborazionismo tra il ‘40 e il ‘43. Sogno anche di fare un film a Roma, fatelo sapere ai registi italiani".

In Italia è molto apprezzato il suo spot con George Clooney per un caffè. Come vi siete trovati a lavorare insieme?

"Sono stato una settimana a casa sua, sul lago di Como. È un eroe moderno, molto attento agli altri, sa di aver avuto una grande fortuna che può essere passeggera. Con il mio inglese terribile sono stato con lui come Bernardo con Zorro".

Il suo Zorro così ironico sarebbe stato un personaggio ideale anche per Jean Paul Belmondo...

"Belmondo mi ha ispirato molto, come uomo e come attore. Era un adulto che faceva la parte del bambino, e anche io vorrei fare lo stesso".