Giovedì 27 Febbraio 2025
Amalia Apicella
Magazine

Drusilla balla con Lucio: “Amore totale per Dalla Genio senza convenzioni”

Il 4 marzo Foer presenterà la terza edizione della rassegna dedicata al cantautore “I suoi testi hanno una narrazione cinematografica. Sono affezionata a “Futura“”

Drusilla Foer, la nobildonna alter ego di Gianluca Gori (57 anni)

Drusilla Foer, la nobildonna alter ego di Gianluca Gori (57 anni)

Bologna, 27 febbraio 2025 – “Lucio era un personaggio con molte sfaccettature, eccentrico, anticonvenzionale. Cercherò di portare questo sul palco, il suo lato più personale”. Lo assicura Drusilla Foer, attrice e cantante, che condurrà, martedì 4 marzo all’Arena del Sole di Bologna, la terza edizione di CIAO - Rassegna Lucio Dalla. Una serata durante la quale verranno consegnati i premi Ballerini Dalla 2025 agli artisti e alle artiste che hanno saputo esprimere al meglio la capacità di innovare e dare valore alla scena pop.

Foer, che rapporto ha con Lucio Dalla e con la sua musica?

“Di amore totale. Non mi è mai capitato di pensare: ‘Che noia questo pezzo di Lucio’, anche quando erano più occhieggianti, come Attenti al lupo. C’era comunque il suo genio, il tentativo di sperimentazione al di là delle convenzioni. Oltre al contenuto e alla poesia pura, i suoi testi hanno una narrazione quasi cinematografica, restituiscono delle esperienze visive. Sono molto contenta di celebrare il suo compleanno il 4 marzo. È una festa a cui tengo”.

Cosa intende quando parla del suo lato meno conosciuto e più personale?

“Una volta, per esempio, andò scalzo a cantare in un locale, i gestori non erano contenti e allora lui si disegnò i calzini sui piedi. Penso anche alla sua passione per le macchine e la trasmissione che fece, Automobili, quasi futurista. Dialoghi e canzoni con Benigni, Conte, Fo, Gabriella Ferri. Giustamente lo si celebra come un grande della musica, che sarà studiato dalle generazioni future come Bach e come David Bowie. Ma il 4 marzo presenteremo la sfaccettatura meno battuta del personaggio”.

A quale brano di Dalla si sente più affezionata?

Futura è una canzone che mi piace molto”.

Perché?

“È colma di sentimento, speranza, ottimismo. Ha un andamento musicale non costante, ci sono dei picchi inaspettati nella scrittura. E poi le parole, ispirate e personali”.

Come giudica la scena musicale di oggi?

“A volte subisco una musica che manca di ricercatezza nelle parole, nella scrittura e soprattutto nell’ispirazione, il luogo che coglie appieno l’anima di un artista”.

Nell’ottobre 2023 ha pubblicato il suo disco, Dru, e ha detto che cantare è la sua passione più grande…

“È la cosa in cui mi sto più simpatica, mi piaccio perché mi sento molto naturale nel canto. Sono tranquilla, libera, me stessa”.

Anche lei canterà una canzone di Lucio Dalla all’Arena del Sole?

“Sì, stiamo ancora scegliendo il pezzo. Inizialmente pensavamo a Felicità, mi piace tanto, poi l’ha cantata quello dei Maneskin a Sanremo (Damiano, ndr). Maledetto, mi ha rubato l’idea”.

Le è piaciuto Sanremo quest’anno?

“Mi sono piaciute alcune cose, altre mi appartengono meno. Detesto di Sanremo che si rincorra la polemica sul singolo artista, mi sembra mortificato il valore musicale della canzone e dell’autorato, anche se oggi quest’ultimo non vive la sua epoca più fulgida e nobile”.

Chi le è piaciuto?

“Fedez, nel suo mostrarsi così destrutturato, mi ha colpito, prima però mi è arrivato il suo pezzo. Sono contenta del successo del giovane grossetano, Lucio Corsi. Nella sua eccentricità è molto naturale e vero”.

Presentando Dru disse che conteneva poche canzoni d’amore perché la innervosiva si dovesse sempre cantare d’amore. È ancora così?

“L’amore è un tema che incontro molto spesso in forme diverse”.

E adesso in che forma lo incontra?

“Do molto spazio all’amicizia, un legame che pretende amore e fedeltà. Diventa anche un luogo di riposo dai contrasti amorosi, è quasi sostitutivo”.

Reduce da quasi un centinaio di sold-out dello spettacolo Venere Nemica, pensa già a progetti futuri?

“A novembre parteciperò a un musical su Frida Kahlo, la produzione italo-messicana che è sostenuta da chi ha la paternità artistica – anzi, maternità (sorride, ndr) – dell’opera dell’artista”.