L'Agenzia Spaziale Europea (Esa) è in cerca di 20 volontarie disposte a rimanere bloccate a letto per cinque giorni consecutivi, al fine di studiare gli effetti dell'assenza di gravità sulla salute delle donne astronauta. L'esperimento si svolgerà al Medes, l'Istituto di medicina e fisiologia spaziale di Tolosa, specializzato in questo tipo di indagini.
Sosta forzata
I soggetti selezionati dovranno sdraiarsi in un letto ad acqua altamente tecnologico, in grado di sostenere il corpo esercitando pressioni minime, così da simulare il galleggiamento di un cosmonauta in un ambiente di microgravità. La tecnica viene definita dagli scienziati "immersione a secco" e non prevede pause, in quanto tutte le attività (tra cui bere e mangiare) si svolgono in posizione supina.
Donne nello spazio
Fino a oggi al Medes nessuna ricerca si era concentrata in modo così mirato sull'organismo femminile. "Abbiamo deciso di avviare il nostro primo protocollo di immersione a secco con sole volontarie poiché non ci sono praticamente dati sulle donne", ha dichiarato Jennifer Ngo-Anh, team leader dell'Esa. Durante i cinque giorni passati sul materasso non verranno condotti esperimenti specifici, perché, come ha spiegato Ngo-Anh, questi test serviranno per raccogliere dati preliminari in vista di indagini future più approfondite.
Non è un lavoro per pigri
Per quanto possa sembrare un'esperienza rilassante, il lavoro offerto dall'Esa non è propriamente una passeggiata. Gli effetti collaterali includono infatti, tra le altre cose, perdita del tono muscolo e della densità ossea, scadimento della forma fisica e disturbi agli occhi. Inoltre, la simulazione è costantemente accompagna da prelievi di sangue e tessuti, necessari per monitorare i cambiamenti fisiologici. "Per questi studi riceviamo la candidatura di molti volontari, ma non si tratta di uno scherzo: rimanere a letto sembra divertente, ma il piacere svanisce molto rapidamente", ha sottolineato Ngo-Anh. Nonostante il focus di questi studi sia soprattutto l'esplorazione spaziale, i risultati raccolti non avvantaggiano solo gli astronauti, ma forniscono informazioni potenzialmente utili anche per i pazienti costretti a letto, ad esempio a causa di una malattia.