Pechino, 22 novembre 2018 - La bufera attorno a Dolce & Gabbana è tutt'altro che finita: i prodotti della griffe italiana sono spariti dalle piattaforme di e-commerce cinesi già dalla tarda serata di ieri.
A darne notizia è il sito di South China Morning Post secondo il quale, questa mattina, ricercando la casa di moda su Tmall, portale di vendita al dettaglio online gestito da Alibaba, i risultati sono inesistenti. Anche il gigante del retail online JD.com ha rimosso gli articoli D&G, così come la piattaforma di lusso Secco e Xiaohongshu, nota anche come Red. Un portavoce di Xiaohongshu ha spiegato: "Gli interessi della nostra patria non possono essere violati. Tutte le collaborazioni sono basate sul rispetto reciproco. Accogliamo con favore i marchi internazionali, ma se operano in Cina dovrebbero rispettarla". Il caso è scoppiato ieri, quando, a causa di alcuni spot in cui una ragazza cinese mangia pizza e spaghetti con le bacchette, i due stilisti italiani, travolti dalle polemiche, sono stati costretti a cancellare la grande sfilata che si sarebbe dovuta tenere oggi a Shanghai.
Ma il governo cinese non vuole parlare di caso diplomatico. "Non è una domanda diplomatica e non lascerò che diventi una domanda diplomatica. Dovrebbe chiedere alle persone comuni come si pongono rispetto a questa vicenda". Risponde così, nel corso del consueto briefing con la stampa, il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, alla richiesta di un commento del governo sulla vicenda. La campagna pubblicitaria di Dolce & Gabbana destinata al mercato cinese è stata tacciata di razzismo da milioni di utenti sui social, a cui hanno fatto seguito nuove polemiche sui messaggi insultanti nei confronti dei cinesi apparsi su una chat dello stilista Stefano Gabbana, il cui account, secondo la casa di moda milanese, sarebbe stato hackerato. Su Weibo, il Twitter locale, D&G è tra i primi 4 dei principali 5 trending topic.