Sabato 19 Ottobre 2024
MARIA CRISTINA RIGHI
Magazine

DIECI MINUTI DI SONNO BASTANO PER VIVERE MEGLIO INNO ALLA PENNICHELLA

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di Maria Cristina Righi

I giapponesi l’adorano, gli americani la praticano e i francesi la utilizzano come vero e proprio strumento d’aiuto nel lavoro per migliorare il rendimento. Tanto che istituti di bellezza e day spa hanno creato i salon de sieste, spazi dedicati espressamente alla siesta. Già praticata da personaggi famosi nel passato come Dalì e Leonardo, Einstein, Edison e Aristotele, Napoleone e Winston Churchill o del presente come Jacques Chirac, la siesta (per gli italiani pennichella) è una scarica d’adrenalina per il corpo e per la salute. Lo dimostrano studi scientifici e prove sul campo. Come quella della Nasa che ha sperimentato gli effetti benefici di una siesta di 45 minuti durante un volo simulato di una giornata. I piloti che hanno avuto la possibilità del ’riposino’ hanno avuto solo 34 momenti a rischio sonno. Gli altri 120. Le performance dei primi sono aumentate del 34% e l’attenzione del 54%.

La siesta migliora la concentrazione e velocizza i tempi di reazione. È una ricarica naturale dell’energia ma non deve oltrepassare la mezz’ora di tempo (la durata ideale è di 20-25 minuti). Solo in periodi di stress e di notti in bianco o risvegli all’alba, si possono anche scegliere tempi di recupero più lunghi, fino a un’ora e mezza. Fondamentale anche scegliere l’orario migliore. Siesta deriva dal latino sexta e indica la sesta ora dal risveglio, quindi tra mezzogiorno e le 14. Il corpo spesso segnala il bisogno di una pausa con momenti di sonnolenza. Può capitare quindi di sentirne l’esigenza anche intorno alle 19 (tra la fine dell’orario di lavoro e la cena).

Per la siesta corta meglio evitare il letto e l’abbigliamento da notte, ma preferire un divano o una chaise-longue e la penombra. Per quella più lunga ci si può mettere sotto le coperte al buio, ma puntando la sveglia per non oltrepassare i 90’.