Giovedì 21 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Zanzare, le più pericolose in Italia (anche per la Dengue). “Ecco come scelgono le vittime”

Paolo Gabrieli, biologo: “Combattiamo da millenni con le malattie trasmesse da questi animali. Il ruolo della Fondazione Inf-Act e a che punto è il progetto del maschio killer”

Roma, 25 marzo 2024 - Zanzare e allarme Dengue, come si sta organizzando l’Italia? E quali sono le specie più pericolose nel nostro Paese? Dopo i numeri choc del Brasile e le circolari diffuse dal ministero della Salute per la stretta nei controlli su porti e aeroporti, lo abbiamo chiesto a Paolo Gabrieli, ricercatore della Statale di Milano, biologo appassionato della materia. Premette: “Combattiamo da millenni con le malattie trasmesse da questi animali. Sono forse quelli che più hanno sterminato il genere umano”.

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Dengue, qual è il rischio in Italia?

“Per la trasmissione della Dengue ci devono essere le zanzare. Il problema si presenterà quando esploderanno le popolazioni, soprattutto della zanzara tigre, l’Aedes albopictus. In questo momento il rischio è minimo perché fa ancora abbastanza freddo, siamo appena usciti dall’inverno e le popolazioni degli insetti sono relativamente basse. ‘Esploderanno’ con l’estate”.

L’Aedes Aegypti, che non risulta arrivata in Italia, è più pericolosa dell’Aedes albopictus per la Dengue.

“La competenza vettoriale è una questione biologica complessa. Ci sono diversità anche all’interno delle singole popolazioni della stessa specie. Sicuramente la Aedes Aegypti è il vettore principale per la Dengue. Mentre la zanzara tigre viene considerata un vettore secondario”.

L’Aedes Aegypti non è stata trovata in Italia ma è presente in Georgia, sul Mar Nero.

“In Europa nella sua storia c’è stata. Nasce in Africa, si trasferisce in America con la tratta degli schiavi, fa un passaggio in Europa e quindi invade l’Asia. Questo è il percorso che ha fatto negli ultimi 500 anni”.

Perché è scomparsa in Europa?

“Il motivo vero non si conosce”.

Quante specie di zanzara vivono in Italia?

“Difficile fare un elenco preciso ma sono una sessantina”.

Quali sono le più pericolose per l’uomo?

“Ne citerei due, l’Aedes albopictus per la sua capacità di trasmettere virus tra cui la Dengue. Specie aliena invasiva, non era presente fino a 30-40 anni fa. Al secondo posto la Culex, quella che ci punge di notte e fa rumore. La metto subito dopo la zanzara tigre perché in questo momento abbiamo un problema con la febbre del Nilo. Che viene trasmessa proprio da queste zanzare, sono virus che girano soprattutto negli uccelli migratori e nei cavalli e che negli ultimi anni stanno dando problemi, soprattutto al Centro-Nord”.

Le zanzare come scelgono le vittime?

“C’è una doppia componente. Senz’altro è vero che preferiscono alcune persone rispetto ad altre. E questo dipende molto dagli odori, dal sudore, in America si sta studiando l’influenza dei batteri della nostra pelle sull’odore e su come questo determini l’attrattività per le zanzare. Ma c’è anche un altro elemento, ci sono alcune persone che tendono ad avere una risposta più forte alle punture, altre meno”.

Intanto porta avanti il progetto dei maschi killer.

“Ci stiamo lavorando, è stato finanziato dalla Fondazione Inf-act, che è stata costituita grazie ai fondi del Pnrr. L’obiettivo: studiare le possibili malattie emergenti ed essere pronti per le prossime pandemie. Si parla di resistenza agli antibiotici per i microrganismi e tra i panel ci sono anche le zanzare, più in generale le malattie trasmesse dai vettori”.

In che cosa consiste?

“L’idea è quella di rilasciare dei maschi che riescano a eliminare le femmine, sono loro che ci pungono”.

Come si arriva all’obiettivo?

“Parliamo di ingegneria genetica, creare dei maschi che durante l’accoppiamento trasferiscano alle femmine delle tossine killer“.

Che tempi ha questo progetto?

“Dipende dalle difficoltà tecniche che si possono incontrare durante il percorso. Contiamo di avere una prova sperimentale in laboratorio nell’arco del prossimo anno“.

Spiegandolo in parole semplici?

“Si creano dei maschi in laboratorio che poi vengono rilasciati in natura. Qui entriamo in un discorso politico. Perché il rilascio di organismi transgenici in Europa è molto difficile, in questo momento. Si tratta anche di trovare il modo di parlare con la gente, capire quali sono le preoccupazioni riguardo a queste tecnologie, cosa si può fare per renderle più sicure possibile e più accettabili da tutti”.