Dai creatori di 'Black Mirror' un saluto comico a questo anno disastroso, in streaming dal 27 dicembre con Samuel L. Jackson, Hugh Grant, Lisa Kudrow e molti altri
Dettaglio del poster - Foto: Netflix
Incendi devastanti (quelli in Australia sono stati apocalittici), crisi climatica sempre più grave, pandemia di Coronavirus, nuove violenze contro gli afroamericani, precarietà del lavoro sempre più pronunciata: il 2020 è stato il classico anno da dimenticare, di quelli che nemmeno i creatori della serie TV distopica 'Black Mirror' avrebbero potuto immaginare. Ma proprio loro, cioè Charlie Brooker e Annabel Jones, hanno deciso di ricordarlo con 'Death to 2020', un finto documentario che esce in streaming su Netflix domenica 27 dicembre e che vanta un cast di superstar: fra gli altri Samuel L. Jackson ('Pulp Fiction'), Hugh Grant ('Notting Hill'), Lisa Kudrow ('Friends'), Laurence Fishburne ('Matrix'), Joe Keery ('Stranger Things'), Cristin Milioti ('How I Met Your Mother') e Kumail Nanjiani ('Silicon Valley').
Death to 2020, tutto sul finto documentario
Quando parliamo di finto documentario facciamo riferimento a uno specifico genere cinematografico che utilizza tutti gli espedienti formali del documentario, dunque fingendo di raccontare una storia vera con personaggi reali, ma nel contempo è dichiaratamente falso. Nel caso specifico di 'Death to 2020' l'idea è di gettare uno sguardo sull'anno che sta per finire ascoltando il punto di vista di commentatori altamente disinformati, allo scopo di creare un racconto comico, magari anche sarcastico.
Ecco allora che Hugh Grant veste i panni di uno storico, Samuel L. Jackson quelli di un giornalista, Lisa Kudrow è una portavoce repubblicana, Tracey Ullman la regina Elisabetta II, Kumail Nanjiani l'amministratore delegato di un'azienda tecnologica, la comica Leslie Jones è una psicologa comportamentale, Joe Keery è un lavoratore precario della gig economy, Cristin Milioti è una casalinga borghese e via di questo passo, con Laurence Fishburne a fare da narratore. Tutti a parlare di questo complicatissimo 2020 e a farlo senza avere le competenze per esprimere un parere degno di nota. Le loro interviste (finte) saranno alternate a immagini reali degli eventi accaduti negli scorsi mesi e che spesso abbiamo visto nei reportage giornalistici.