Giovedì 26 Settembre 2024
ANDREA SPINELLI
Magazine

De André, Dori Ghezzi: "Fabrizio affascina i giovani"

Ascolti record per il film tv sul cantautore. La Ghezzi: "La sua poesia incanta i giovani. Siamo pronti per il sequel"

Una foto di scena del film "Fabrizio De Andrè. Principe Libero" (Ansa)

Una foto di scena del film "Fabrizio De Andrè. Principe Libero" (Ansa)

Milano, 15 febbraio 2018 - L'altra sera al naufragio televisivo dell’ “Isola dei Famosi” il pubblico ha preferito quello sentimentale della London Valour decretando il trionfo su Raiuno della prima puntata di “Fabrizio De André. Principe libero” con uno share del 24,3%, pari a 6 milioni e 178 mila spettatori, oltre due punti e mezzo in più degli spiaggiati di Canale 5, fermi al 21,6% per un totale di 3 milioni e 807 mila spettatori. Solo terzi gli incantesimi di “Harry Potter e il calice di fuoco” di Italia 1 (7% pari a 1 milione e 628 mila utenti). «È andata pure meglio di quanto mi aspettassi, ben sapendo che quella di martedì era una serata agguerrita quanto agli ascolti in cui ci trovavamo contro due partite importanti oltre all’Isola che di solito fa man bassa d’ascolti» ammette Dori Ghezzi. «Prima ancora che dai numeri, mi sono resa conto che è andata bene dai commenti favorevoli. Forse l’Italia si sta orientado su un tipo di televisione leggermente diversa. Magari mi sbaglio, ma forse certe rappresentazioni televisive hanno fatto il loro tempo. E c’è bisogno di qualità».

Già ma di fiction ce n’è tanta e non tutta di valore eccelso.

«I numeri però dicono che va mediamente bene; questo significa forse che il pubblico vuol sentirsi raccontare delle storie vere. O della semplice fiction, ma non finte realtà come avviene a volte in certi format».

Una prima avvisaglia di questo trionfo l’aveva data il buon riscontro del film su De André nelle sale.

«È andato fortissimo e per noi è stato un buon inizio. Visto che la scommessa era ardua ed ero pronta a tutto, il risultato è stato stupefacente».

Lei ci ha creduto fin dall’inizio.

«Sì e la cosa mi ha responsabilizzata enormemente. Dalla scrittura alla realizzazione, non abbiamo lasciato niente al caso. Certe cose le avrei volute anche diverse, ma la narrazione ha delle sue regole e le ho dovute accettare. L’importante è aver centrato il risultato che ci eravamo prefissi».

Vi siete sentiti con Cristiano, che in passato aveva manifestato qualche perplessità sulla necessità di girare una fiction su suo padre?

«Ci siamo sentiti, ha visto il film, ha fatto delle critiche, per altro comprensibilissime in chi non conosce certi meccanismi, ma il film non poteva che essere così. Quando si farà un film diverso, con un taglio diverso, si metteranno a fuoco altre tematiche lasciate in ombra stavolta».

Lui ha preferito rimanere fuori.

«Ed è stato un peccato perché avrei voluto tanto che il protagonista Luca Marinelli fosse stato seguito da Cristiano, soprattutto nella parte musicale. Forse ha avuto più paura di me, o non ha avuto la visione della cosa. Ma ognuno ha diritto di pensarla come crede».

La fiction è focalizzata soprattutto sulla prima parte della vita di De André. Se le chiedessero di farne un’altra sulla seconda, sarebbe disponibile?

«Ma certo. Avrebbe senso. Se le nuove generazioni seguiranno ancora Fabrizio la cosa avrà un senso. Quindi se s’ha da fare si farà, ma solo al momento giusto».

I numeri dicono che di ragazzi davanti al teleschermo ce n’erano di sicuro.

«Questo film è stato uno spartiacque. Chi conosceva già Fabrizio ora lo conosce un po’ di più, sul piano umano e privato, mentre i ragazzi possono scoprire l’artista e appassionarsi alla sua arte».