Roma, 16 gennaio 2025 – Lutto nel mondo del cinema. Il regista e sceneggiatore David Lynch è morto all’età di 78 anni. A dare l’annuncio è stata la famiglia con un post su Facebook, chiedendo “un po' di privacy in questo momento”. “C'è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come direbbe lui, ‘Tieni gli occhi sulla ciambella e non sul buco’. È una bella giornata con un sole dorato e un cielo azzurro”, si legge nel post che non fornisce dettagli sulle cause della morte. L’estate scorsa, però, il cineasta aveva rivelato di essere affetto da una grave forma di enfisema che gli avrebbe impedito di lasciare la propria abitazione e di dirigere ancora film. Grande fumatore, lui stesso raccontava di aver iniziato quando aveva 8 anni e di aver smesso solo nel 2022.
Regista visionario e artista poliedrico
Nato a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio del 1946, Lynch è stato un artista poliedrico. Pittore (le sue opere sono esposte in musei come il Museum of Modern Art di New York), musicista e progettista del suono, ma anche attore e scenografo. La rivista Variety ricorda Lynch come abbia “radicalizzato l'America con film dark e surrealisti come ‘Blue Velvet’ e ‘Mullahoand Drive’". Il suo primo lungometraggio ‘Eraserhead’ (‘La mente che cancella’) del 1977 ottenne un sorprendente successo di critica, sebbene giudicato impossibile da distribuire e proiettato negli spettacoli di mezzanotte per i successivi dieci anni. Il film divenne un cult del genere divenendo fonte d’ispirazione per altri registi.
Ottenne tre nomination all’Oscar, la prima per ‘The Elephant Man’ del 1980 (la storia della vita tragica di Joseph Merrick) la seconda per il noir ‘Velluto blu’, in cui indaga i livelli molteplici della realtà attraverso la metamorfosi del corpo. La pellicola fece molto discutere, soprattutto per una scena di nudo di Isabella Rossellini, all’epoca sua compagna. Con ‘Mulholland Drive’ (2001), una lettera d'amore avvelenata a Hollywood che intreccia mistero e surrealismo, vinse il premio per la miglior regia a Cannes, mentre nel 2026 gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera dalla Mostra del cinema di Venezia.
Tra le sue produzioni più apprezzate c’è la pionieristica serie televisiva ‘Twin Peaks’ (1990-1991), divenuta un fenomeno culturale dall'enorme impatto mediatico. Ma in mezzo c’è anche l’insuccesso di ‘Dune’ (1984), adattamento del classico della letteratura di fantascienza dello scrittore Fank Herbert, i cui numerosi tagli e rimaneggiamenti in fase di montaggio portarono a un’opera ben lontana dalle intenzioni dell'autore.
L'attività di Lynch ha spaziato in diverse direzioni compresa la direzione di spot pubblicitari e videoclip musicali.