Il mondo del cinema piange la scomparsa di David Lynch, deceduto a Los Angeles all'età di 78 anni a causa di un enfisema polmonare. Già nel 2024 il regista americano aveva rivelato di essere affetto da questa malattia, causata fra le altre cose da una vita passata a fumare, e di essere ormai costretto a casa. David Lynch, nato nel 1946, lascia un'impronta indelebile nella storia del cinema con il suo stile unico e onirico. Ripercorriamo cinque dei suoi film più iconici e la serie televisiva che lo hanno consacrato come un maestro del surrealismo.
Lynch e il suo rapporto con l'arte
David Lynch è stato non solo un regista visionario, ma anche un pittore, musicista e fotografo di talento. Noto come produttore e regista, in realtà la sua carriera artistica inizia con la pittura, una passione che coltiva fin da giovanissimo e che continuerà ad alimentare per tutta la sua vita.
Nato a Missoula il 20 gennaio 1946, Lynch frequenta la Pennsylvania Academy of Fine Arts, dove inizia a sperimentare il cinema come estensione delle sue opere pittoriche. L’intreccio tra arti visive e cinematografiche diventa una delle sue firme stilistiche più distintive, con un'estetica cinematografica che richiama spesso il surrealismo e l'arte astratta.
Appassionato musicista, è stato autore di diversi album, tra cui Crazy Clown Time (2011) e The Big Dream (2013), nei quali ha esplorato sonorità sperimentali e atmosfere inquietanti.
La vita personale e familiare
David Lynch è stato sposato quattro volte e ha avuto quattro figli. Il suo primo matrimonio, con
Peggy Reavey , risale al 1967 ed è terminato nel 1974. Dalla loro unione è nata Jennifer Lynch, regista e sceneggiatrice. Nel 1977 si è risposato con Mary Fisk, da cui ha avuto il figlio Austin Jack Lynch. La sua terza moglie, Mary Sweeney, è stata una sua collaboratrice storica e madre di Riley Sweeney Lynch, nato nel 1992. L'ultimo matrimonio è con l'attrice Emily Stofle, sposata nel 2009, da cui ha avuto una figlia, Lula Boginia Lynch, nata nel 2012. Tuttavia, nel dicembre 2023, Emily ha chiesto il divorzio, chiedendo anche la custodia esclusiva della figlia.Attualmente Lynch risiedeva nella sua casa a Los Angeles, lungo la celebre Mulholland Drive, il luogo che ha dato il nome a uno dei suoi capolavori cinematografici più acclamati e che è diventato l’ultimo rifugio del regista.
Eraserhead – La mente che cancella (1977)
Opera prima di Lynch, Eraserhead è un viaggio inquietante nell'inconscio umano. Il film, caratterizzato da un bianco e nero suggestivo e da un'atmosfera claustrofobica, racconta la storia di Henry Spencer, un uomo alle prese con le sue paure più profonde e con una realtà distorta.
Quest'opera ha rapidamente acquisito lo status di cult nel circuito dei midnight movies, segnando l'inizio della carriera di Lynch come regista di culto. Il film fu girato nell'arco di cinque anni a causa di budget limitati e difficoltà logistiche, ma fu anche il riflesso della determinazione del regista nel realizzare la sua visione unica. L'atmosfera oscura e inquietante è ispirata da un periodo in cui Lynch risiedeva a Philadelphia, una città che lui stesso descrisse come un luogo segnato da degrado e paura.
The Elephant Man (1980)
Con The Elephant Man, Lynch racconta la struggente storia vera di Joseph Merrick, un uomo affetto da gravi deformità fisiche che trova dignità e compassione in un mondo spesso crudele. Girato in un raffinato bianco e nero, il film esplora i confini tra bellezza e mostruosità e ottiene otto nomination agli Oscar: è la consacrazione di Lynch come uno dei registi più rispettati della sua generazione.
Curiosamente, il film fu prodotto da Mel Brooks, che volle restare anonimo per non far pensare a una commedia, genere per il quale era conosciuto. Lynch stesso fu scelto grazie al successo di Eraserhead. Inoltre, le straordinarie protesi utilizzate per creare il volto di Merrick furono modellate direttamente sul calco originale del vero Joseph Merrick, custodito al Royal London Hospital.
Velluto Blu (1986)
Velluto Blu svela il lato oscuro della provincia americana. Il film segue le vicende di Jeffrey Beaumont, interpretato da Kyle MacLachlan, che scopre un mondo sotterraneo fatto di violenza e perversione nella sua apparentemente tranquilla cittadina. L'opera è celebre per la sua atmosfera disturbante e per le performance intense di Dennis Hopper e Isabella Rossellini.
Una curiosità interessante riguarda la scena iniziale del film, in cui Lynch utilizza l'immagine di un orecchio umano trovato in un campo: un simbolo che rappresenta l'accesso a un mistero nascosto. Il regista ha dichiarato che l'idea di esplorare il lato oscuro dell'America nacque dalle sue osservazioni personali sulle contraddizioni della società contemporanea. Inoltre, la colonna sonora, composta da Angelo Badalamenti, divenne un elemento iconico, con la canzone "Blue Velvet" di Bobby Vinton che funge da filo conduttore emotivo per l'intera pellicola.
Mulholland Drive (2001)
Considerato uno dei capolavori di Lynch, Mulholland Drive è un intricato puzzle narrativo ambientato a Los Angeles. Il film mescola sogno e realtà, seguendo le vicende di Betty (Naomi Watts) e Rita (Laura Harring) in una storia di identità smarrite e misteri irrisolti. L'opera ha valso a Lynch il premio per la miglior regia al Festival di Cannes e una nomination all'Oscar.
Strade Perdute (1997)
Strade Perdute è uno dei film più criptici e surreali di Lynch. La trama, un intreccio di noir psicologico e thriller soprannaturale, esplora il concetto di identità frammentata e realtà alternativa. Il regista stesso ha descritto il film come una "misteriosa rete di oscurità e dualità", ispirata da sogni ricorrenti e dalla musica. Durante la lavorazione, Lynch collaborò con il compositore Angelo Badalamenti e il musicista Trent Reznor, che produssero una colonna sonora iconica, includendo brani di David Bowie e Marilyn Manson. La struttura narrativa frammentata, che sfida le convenzioni temporali, è uno degli elementi che hanno reso il film un cult.
La serie TV: "Twin Peaks" (1990-1991; 2017)
Twin Peaks ha rivoluzionato il mondo delle serie televisive con la sua miscela di mistero, soprannaturale e dramma. Ambientata nell'omonima cittadina, la serie segue l'agente dell'FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan) nelle indagini sull'omicidio di Laura Palmer. Lynch ha dichiarato che l'idea della serie nacque dalla sua fascinazione per le piccole comunità americane e i loro segreti nascosti. Ogni dettaglio, dal celebre "damn fine coffee" di Cooper al Log Lady, contribuì a creare un universo surreale e memorabile.
Più di recente il regista aveva lavorato a Twin Peaks: The Return, un reboot in 18 puntate della serie originale, andato in onda nel 2017 su Showtime, con al centro Kyle MacLachlan, un altro dei suoi attori cult. Il revival venne accolto con entusiasmo dalla critica, confermando la capacità di Lynch di innovare anche decenni dopo la serie originale.
David Lynch lascia un’eredità artistica senza pari, fatta di opere che continuano a sfidare e affascinare gli spettatori di tutto il mondo. Anche negli ultimi anni, nonostante le difficoltà legate alla malattia, il regista non ha mai smesso di ispirare con la sua visione unica.