Venerdì 26 Luglio 2024
BEATRICE BERTUCCIOLI
Magazine

David di Donatello 2024: Garrone-Cortellesi 7 a 6. Vincono i migranti-eroi "e i diritti delle ragazze". Tutti i premiati

‘Io capitano’ miglior film e regia, ‘C’è ancora domani’ migliori attrici e regista esordiente. Paola: "Il vero riconoscimento il pubblico (anche di uomini) festante". Riondino attore 2024

Roma, 4 maggio 2024 – Un David a metà. Evento dell’anno, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, raccoglie molti David, 6, ma è Io capitano di Matteo Garrone, già candidato per l’Italia agli Oscar, ad aggiudicarsi 7 David tra i quali i principali: il David di Donatello come ‘Miglior film’ e per la ‘Migliore regia’. Paola Cortellesi vince come ‘Miglior esordio alla regia’, ricevendo la statuetta dal premio Oscar Paolo Sorrentino, e ancora come ‘Migliore attrice protagonista’ e ancora per la ‘Migliore sceneggiatura originale’, oltre al ‘David Giovani’, assegnato dai ragazzi delle scuole superiori, al ‘David dello Spettatore’, già meritato per gli oltre 5 milioni di presenze in sala. Premiata per il suo film anche Emanuela Fanelli come ‘Migliore attrice non protagonista’.

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Michele Riondino conquista il David come ‘Migliore attore protagonista’ con il suo film d’esordio alla regia, ‘Palazzina LAF’, per il quale Elio Germano si aggiudica quello come ‘Migliore attore non protagonista’ e Diodato per la ‘Migliore canzone originale’.

Cinque premi a ‘Rapito’ di Marco Bellocchio, tra i quali quello per la ‘Migliore sceneggiatura non originale’ e quelli per i ‘Migliori costumi’ e la ‘Migliore scenografia’. Delusione per Nanni Moretti candidato con il suo ‘Sol dell’avvenire’ in sette categorie.

Comunque una grande affermazione per Paola Cortellesi che con ‘C’è ancora domani’ ha anche raggiunto l’incasso record di quasi 37 milioni di euro e che sta conquistando anche il pubblico straniero. Un’opera prima coraggiosa, in bianco e nero, che commuove, diverte e rimanda al presente, parlando di donne, di violenze domestiche, di diritti negati e faticosamente conquistati, raccontando la storia di Delia (la stessa Cortellesi), nell’Italia del ’46. Un film che Paola Cortellesi ha dedicato “a Lauretta“, sua figlia, ma “in qualche modo a tutte le bambine e ragazze che saranno chiamate a difendere quei diritti. La mia gioia e il mio vero premio – ha aggiunto – è stato vedere accolto il mio film da un pubblico festante, dovunque sia andata nel mio lungo tour. Un pubblico, tra l’altro, composto al 45 per cento da uomini. Una cosa che fa pensare”. Un’opera alla quale i giurati del David hanno in parte preferito l’epopea narrata da Garrone, dei due giovani che lasciano la loro terra, l’Africa, e affrontano il deserto e mille difficoltà per raggiungere l’Europa e una vita migliore: sul palco Garrone lascia la parola a Kouassi Pli Adama Mamadou, l’uomo che ha ispirato la storia, e che ringrazia le Ong e chiede: “Basta morti in Palestina”.

Assegnati anche due ‘David alla carriera’ rispettivamente a Milena Vukotic e al compositore, tre volte premio Oscar, Giorgio Moroder, mentre a Vincenzo Mollica, per tanti anni inviato del Tg1 ai festival di cinema e non solo, un ‘David speciale’.

La cerimonia al Quirinale

Il giorno dei David è sempre un giorno di festa per il nostro cinema: ieri mattina tutti i candidati al Quirinale, ricevuti dal presidente Mattarella nel Salone dei Corazzieri, ieri sera cerimonia di consegna di quelli che, nati nel 1955, vengono considerati gli Oscar italiani. A vivacizzare l’incontro al Quirinale, una brillante Teresa Mannino, mentre a fare da gran cerimoniere per la serata dei premi, ancora una volta Carlo Conti, affiancato quest’anno da Alessia Marcuzzi. Diretta di Raiuno da Cinecittà che ha ospitato la cerimonia nel Teatro 5, quello mitico di Fellini, ma anche nel Teatro 18, il più tecnologicamente all’avanguardia.

La storia del nostro Paese, la storia della Repubblica e delle conquiste di libertà e democrazia, è passata dal grande schermo”, ha detto il presidente Mattarella. “Esprime libertà, quella libertà – ha proseguito – da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente”. E ha ricordato che, pure in presenza di una “rinnovata vitalità del cinema”, non mancano problemi ancora insoluti, a cominciare da quello delle sale, spesso ormai assenti in molte cittadine“. Vanno invece preservate “in quanto luogo d’incontro, per assicurare costante vitalità al tessuto sociale, al pari delle librerie e di quei settori artistici e dello spettacolo che si propongono a pubblici più limitati ma esprimono contenuti di alto valore e qualità”.

Ma che anno è stato per il cinema italiano? “È stato un anno importante, con film bellissimi che in sala hanno fatto la differenza”, ha detto la direttrice artistica e presidente dei David, Piera Detassis. “Un cinema vivo, di autori affermati e di esordienti, che ha affrontato i temi del lavoro e della memoria”. Un cinema, ha detto ancora, “che va amato e sostenuto”. Perché, come ha concluso il presidente Mattarella: “Abbiamo bisogno del cinema, della sua sensibilità, della sua arte, delle sue visioni plurali”. Elio Germano, ricevendo il premio, ha parlato di lavoro: “Un tema poco rappresentato al cinema, ma che ci riguarda tutti e spesso ci colpisce con violenza. Taranto è una città violentata dal profitto privato“.