Venerdì 27 Settembre 2024
ELISA GUZZO VACCARINO
Magazine

Danza la psicanalisi: gli scandali di Don Giovanni

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di Elisa Guzzo Vaccarino

Aterballetto, dopo i video da remoto tra le mura e nei garage di casa, è tornato in scena dal vivo al gran completo, debuttando al Comunale ferrarese con una novità a lungo attesa. Portando a termine con un entusiasmo generoso il lavoro interrotto in lockdown, e ripreso da dove era stato lasciato, nelle mani del coreografo svedese Johan Inger, finalmente la creazione su misura per la compagnia di Reggio Emilia, “Don Juan”, è ora pronta alla consacrazione del Théâtre de Chaillot parigino, il palcoscenico del “teatro della danza” più titolato di Francia.

Sulle musiche di Marc Álvarez questo Don Giovanni fresco di fabbrica, schietto e diretto, in puro stile scandinavo, è riletto con gli occhi di oggi, nel nuovo millennio che ha assorbito appieno la psicanalisi e che si interroga sulle identità e i doppifondi di ciascuno, uomo o donna o altro.

Don Juan (Saul Daniele Ardillo), qui è segnato fin dalla nascita, frutto di uno stupro; nonostante ciò, è amatissimo dalla mamma; nessuna compagna potrà mai competere con questo sentimento radicale e perfetto. Il sesso per lui non conosce vincoli e regole; fa sua la fresca sposina di Masetto, bacia il suo doppio speculare Leo (Leporello) e mentre si porta a letto l’ennesima ragazza è con la mamma che immagina di fare l’amore. Una simulazione realistica, per quanto simbolica. In una festa di Carnevale, poi, con maschere, trampoli e ali, tutti danzano scatenandosi in un’atmosfera tra “Eyes Wide Shut” di Kubrick e un rave-disco. Una pioggia di neve nera copre la sconfitta di Don Giovanni, che non sa e non può risolvere il nodo sentimentale con la madre – è lei il Commendatore infernale – ed è vinto, con una svolta a sorpresa, da una teenager con la gonnella scozzese a pieghe e i calzettoni, provocatrice, curiosa di conoscere l’eros. Chi è vittima e chi è carnefice in questo #MeToo senza soluzioni moraleggianti?

La narrazione è la sfida più difficile per la danza, quando si vogliono disegnare personaggi e “scrivere” racconti con il corpo, ma una compagnia felice di tornare a danzare live fa miracoli.