Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Dalla parte di Depardieu. Il contro Me Too di attrici e cantanti: "Basta con il linciaggio"

Da Carla Bruni a Carole Bouquet, si schierano in sessanta. Francia divisa. Polemiche sulla Legion d’onore. Il Museo Grévin ritira la statua di cera.

Dalla parte di Depardieu. Il contro Me Too di attrici e cantanti: "Basta con il linciaggio"

Dalla parte di Depardieu. Il contro Me Too di attrici e cantanti: "Basta con il linciaggio"

di Giovanni Serafini

PARIGI

Attori, sesso e Me Too: la Francia entra per l’ennesima volta in turbolenza. Il fatto di essere un artista può consentire libertà negate agli altri? E viceversa, le colpe commesse da un artista possono compromettere la sua opera? Sconcertata e confusa, l’opinione pubblica oscilla fra questi due poli. Dobbiamo mettere al bando i film di Roman Polanski, accusato di aver drogato e stuprato una tredicenne? Dobbiamo bruciare i libri di Gabriel Matzneff, indagato per abusi sessuali a danno di minori? Possiamo continuare ad ammirare i quadri di Paul Gauguin, che faceva sesso con bambine in Polinesia?

Nell’occhio del ciclone si trova – e non è la prima volta – un mostro sacro del teatro e del cinema francese: Gérard Depardieu. Condannato più volte in passato per guida in stato di ubriachezza, accusato oggi di una serie di molestie, violenze e aggressioni sessuali contro numerose donne, l’attore è stato fatto a pezzi dalle femministe che hanno reclamato, fra l’altro, la revoca della Legion d’onore concessagli nel 1996 da Jacques Chirac. "Depardieu rappresenta una vergogna per la Francia", ha commentato ad esempio la ministra della Cultura Rima Abdul Malak.

Un muro in difesa del mostro sacro è stato eretto tuttavia in queste ore – cosa davvero insolita – da parte di una sessantina fra attrici, cantanti, scrittori ed altri personaggi di gran nome che in passato abbiamo visto schierarsi in favore del Me Too. Ci sono Carole Bouquet (che è stata la compagna di Depardieu per una decina d’anni) e Charlotte Rampling, l’ex first lady Carla Bruni ed Emmanuelle Seigner (moglie di Polanski), il cantante Roberto Alagna e Nadine Trintignant, Arielle Dombasle (moglie di Bernard-Henri Lévy), il regista Bertrand Blier e tanti altri. Si sono uniti per pubblicare una tribuna sul Figaro in cui chiedono che cessi "il linciaggio odioso" di cui è vittima l’interprete di Cyrano e di Obelix: "Gérard Depardieu è probabilmente il più grande dei nostri attori. Non possiamo tacere davanti al fiume di odio che si è scatenato contro di lui. Ha diritto alla presunzione d’innocenza, come tutti: non è tollerabile che venga aggredito in questo modo per il fatto di essere un gigante del cinema".

Alludendo alle frasi sessiste pronunciate dall’attore nel corso di una recentissima intervista ("le donne godono quando vanno a cavallo", sic!), l’accademico Jean-Marie Rouart, che figura tra i firmatari della tribuna, ha commentato: "Certe dichiarazioni possono apparire volgari. E con questo? Si tratta di un crimine? Stiamo attenti a non penalizzare, in nome del moralismo, uno dei più grandi artisti della nostra epoca".

Anche il presidente Emmanuel Macron, qualche giorno fa, aveva preso le difese di Depardieu: "Una gara cui non mi vedrete mai partecipare è quella della caccia all’uomo. Detesto questa roba. Pensate che io debba ritirare la Legion d’onore ad artisti e personalità per il solo fatto di aver pronunciato frasi ritenute scandalose? La risposta è no. Io ammiro Depardieu: è un uomo di cui la Francia deve esser fiera".

Una posizione ben diversa da quella espressa dieci anni fa dall’allora presidente François Hollande: è vergognoso – disse – andare a vivere altrove (prima in Belgio, poi in Russia, ndr.) per non pagare le tasse in Francia. Criticato apertamente dal primo ministro Jean-Marc Ayrault, Depardieu lo definì pubblicamente "un miserabile". Bel caratterino…

Intanto per l’attore è arrivata la prima concreta punizione: il museo Grévin ha rimosso il manichino di cera che lo rappresenta.