I super ricchi più ricchi fanno tutto su una scala X volte superiore rispetto ai comuni mortali. Nel solo 2020, l'anno della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo, i 2200 miliardari hanno aumentato la loro ricchezza di 1,9 miliardi di miliardi di dollari, alla faccia nostra. Ma, ad esempio, hanno anche un impatto ambientale centinaia (e in alcuni casi migliaia) di volte più alto di quello del cittadino medio. I ricercatori della Indiana University hanno calcolato la sfrontata impronta di carbonio personale dei nababbi ottenendo cifre esorbitanti, e questo senza nemmeno contare le emissioni delle loro aziende. Per le stime hanno selezionato venti miliardari tra i più "accessibili", dei quali è possibile raccogliere con una certa precisione informazioni sui possedimenti privati: case, yacht e mezzi di trasporto vari. Per molti altri miliardari, in particolare quelli dell'Asia e del Medio Oriente, l'operazione è infattibile, perché mantengono un basso profilo pubblico e delle loro proprietà si sa poco o nulla.
Le emissioni da record dello yacht di Abramovich
Se l'impronta di carbonio degli abitanti della Terra è di 5 tonnellate in media a testa, quella dei venti ricchissimi esaminati
ammonta in media a 8190 tonnellate (dati relativi al 2018). In cima alla classifica degli inquinatori svetta Roman Abramovich, il magnate russo del petrolio e del gas, che da solo ha emesso 33.859 tonnellate di CO2, di cui
oltre 22mila prodotte dal suo yacht di 162 metri, l'Eclipse, il secondo più grande del mondo. Al resto contribuiscono gli altri mezzi di trasporto di cui dispone: un Boeing 767, un jet, due elicotteri e il sottomarino dello yacht.
Elon Musk e Jeff Bezos sono i più ecologici
Bill Gates non ha una barca: la sua impronta di carbonio stimata a 7493 tonnellate di CO2 deriva quasi tutta dagli spostamenti sui suoi arei privati. I due uomini più ricchi del pianeta,
Elon Musk e Jeff Bezos, sono curiosamente anche i più relativamente "verdi" e si posizionano agli ultimi posti dei venti miliardari della classifica: al boss di Amazon sono riconducibili 2053 tonnellate di emissioni nel 2018, mentre
al CEO di Tesla 2084 tonnellate, dovute alle otto case e al jet personale. I ricercatori segnalano che nel 2020 il suo impatto si è ridotto ulteriormente, avendo venduto tutte le sue proprietà immobiliari.
I dati dello studio sono stati illustrati in un articolo
pubblicato su The Conversation.