Martedì 12 Novembre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Costanzo: genio, arguzia e fiuto per i talenti. Baudo: "Rivoluzionò la televisione"

La prima intervista di Pippo nazionale a Roma fu con Costanzo: "Un vero uomo di spettacolo, lavoratore instancabile. Come lui non ci sarà più nessuno"

Pippo Baudo, con Costanzo se n’è andato un pezzo importante della televisione italiana. Quali erano le caratteristiche dei suoi programmi che hanno riscosso un tale successo?

"La bonomia innanzitutto. E poi il suo linguaggio semplice. Lui ha inventato il talk show. ‘Bontà loro’ era unico nel suo genere. E si trattava di uno show vero".

Costanzo era un grande scopritore di talenti, i volti che ha scoperto sono tantissimi...

"I personaggi bisogna capirli. E lui li sapeva lanciare bene".

Maurizio Costanzo, oggi la camera ardente in Campidoglio per l’ultimo saluto

Pippo Baudo e Maurizio Costanzo
Pippo Baudo e Maurizio Costanzo

Maurizio Costanzo, la malattia e il ricovero in clinica dopo un piccolo intervento

Morte Maurizio Costanzo. Mattarella: "Si schierò con coraggio contro la mafia"

Secondo lei qual è stata la ricetta di un successo così vasto e longevo?

"Ogni suo programma era ben costruito. Maurizio era un gran lavoratore, era sempre in ufficio, dalla mattina alla sera".

Addio a Costanzo, icona del giornalismo. Sul suo palco è passata la storia dell’Italia

Quando vi incontraste per la prima volta?

"Appena arrivato a Roma, fu proprio Maurizio a farmi la prima intervista: era il 1960, l’anno delle Olimpiadi a Roma. A quel tempo lui scriveva sul settimanale Grazia. È stato il primo personaggio che ho conosciuto nella capitale, da lì è nata una relazione di grande amicizia e rispetto. Per me è stato sempre uno stimolo, intelligente e acuto, però senza rivalità alcuna. In fondo tutti gli dobbiamo qualcosa".

In qualche occasione avete lavorato insieme?

"Sì, in un’edizione speciale di ‘Bontà loro’. Eravamo io, Corrado e Mike Bongiorno. Lui ci intervistò. Venne una bellissima puntata. Il Costanzo show è stata un’invenzione enorme, eccellente: ha raccontato l’Italia. Ci sarò stato almeno venti, trenta volte".

Ricorda una puntata che la colpì in modo particolare?

"Dirlo adesso è difficile, sono state tantissime. Erano tutte puntate bellissime. Ricordo in particolare quella col giudice Di Maggio, e le altre contro la mafia".

Costanzo non è stato solo uomo di televisione, ma ha lavorato, e bene, in tanti altri campi...

"Era un genio multiforme, un uomo di spettacolo completo. Quando uno è un vero uomo di spettacolo fa un po’ tutto e non si limita a un solo genere. Ha raccontato molto bene il Paese. Non dimentichiamo che ha avuto una vita molto difficile, vissuta a 360 gradi e ha superato tanti pericoli, come dimostra l’attentato subito da parte della mafia".

Vi eravate sentiti di recente?

"Di recente no. Ci incontravamo perché avevamo degli amici in comune".

Con Costanzo scompare il talk show di maggior successo. Pensa che qualcuno potrà sostituirlo?

"Come lui non ci potrà essere nessun altro. Aveva un’altra caratteristica unica: la voce, che era immediatamente riconoscibile. Se cercassero di imitarlo sarebbe un grosso errore. Maurizio deve restare un’icona e basta".

Un’altra sua caratteristica era la romanità.

"Certo, aveva origine romane e quella tipica arguzia romana sempre pronta a concretizzarsi in una battuta".

Fortissimo il legame con Maria De Filippi.

"Era un rapporto bellissimo. Nessuno, forse, avrebbe potuto immaginarlo: sono due personalità diverse, ma legate da un grande rispetto e stima reciproca".