Mercoledì 2 Ottobre 2024
PIERFRANCESCO
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"Così ho ricostruito la musica di Amarcord"

Il maestro Timothy Brock la eseguirà stasera a Bologna: "Avevamo solo il 70% della scrittura originale di Rota: il resto l’ho ricreato"

"Così ho ricostruito la musica di Amarcord"

"Così ho ricostruito la musica di Amarcord"

Pacoda

Ricostruire una colonna sonora, cercando di rispettare la visione dell’autore, ma dovendo necessariamente intervenire scrivendo se necessario nuove partiture, dove mancassero, mantenendo inalterata la suggestione delle pagine originali. Una esperienza complessa e ambiziosa quella che il Maestro statunitense Timothy Brock, 61 anni, mette in scena stasera (ore 21.45) in Piazza Maggiore a Bologna, all’interno della 38ª edizione del Cinema Ritrovato, quando dirigerà l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna impegnata nell’esecuzione dal vivo, durante la proiezione del film, della colonna sonora di Amarcord, il capolavoro di Federico Fellini del ’73 (Oscar 1975), da lui, appunto, ricostruita.

Maestro Brock, ricorda come si è avvicinato all’opera di Federico Fellini?

"Ero molto giovane ed ero un cinefilo. Cercavi seguire tutti i lavori dei grandi protagonisti del cinema italiano. Ero spinto dalla passione e Fellini era uno dei miei preferiti. In una piccola sala di Seattle riuscì ad assistere alla proiezione di 8½, il primo film del regista romagnolo che ho visto. E poi arrivò Amarcord e la mia percezione del cinema e della cultura italiana cambiò per sempre".

Ci spieghi.

"Rimasi affascinato da come una storia intima, così personale, così locale, anche, potesse rappresentare stati d’animo, passioni, atteggiamenti nei confronti della vita che riguardavano tutti. Fellini ha fatto della sua Romagna un territorio internazionale, un luogo in realtà fuori dalle geografie, dove, allora come adesso, tutti possiamo riconoscerci. Ed è questa la sua genialità".

Una genialità scandita dalla musica di Nino Rota.

"Quella incredibile colonna sonora ti porta in un’altra dimensione, pur tenendoti saldamente ancorato alle radici. Ha un andamento apparentemente semplice, eppure disorientante. La magia felliniana, quella di Amarcord, viene amplificata dalla musica composta da Nino Rota. È come vivere in un sogno che si sviluppa sotto i nostri occhi. In alcuni casi sono le immagini create da Fellini a essersi adattate alla partiture e non viceversa. È la simbiosi perfetta. Non riesco a immaginarne un’altra".

E questo ha reso forse ancora più difficile il suo lavoro, anche se lei ha già ricostruito, e in alcuni casi creato, tante musiche di classici del cinema.

"In questo caso avevamo a disposizione circa il 70% della scrittura originale di Rota, Rimaneva un 30% del quale non c’era traccia, se non nel master originale, il cui utilizzo ci è stato concesso da CAM Sugar, l’editore della colonna sonora. Quindi, basandomi sull’ascolto della registrazione, ho elaborato la partitura mancante che è stata poi arrangiata per lo splendido ensemble dell’ Orchestra del Teatro Comunale".

Quanto c’è di suo, in operazioni come questa?

"Da un punto di vista della composizione, niente, bisogna essere completamente devoti a quello che Rota ha creato. Il mio lavoro è quello di riportare alla luce le sue idee, cercando di essere il più possibile fedele all’originale".

Dopo Amarcord, continuerà il lavoro sulle musiche originali dei film di Federico Fellini?

"Confesso che ho un sogno, quello di ricostruire le musiche del film La strada, altra opera di incredibile impatto onirico".