Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Cosa succede ai batteri che viaggiano nello spazio

Un gruppo di ricercatori ha simulato un viaggio su Marte per capire cosa accade ai microrganismi che convivono normalmente con l'uomo

(Foto: Georgethefourth/iStock)

Un astronauta che affronta un lungo viaggio nello spazio non deve solo preoccuparsi dei raggi cosmici, ma anche fare i conti con una serie di altre possibili complicazioni per la propria salute. Una di queste, dice uno studio pubblicato su Microbiome, potrebbe coinvolgere i batteri che convivono con l'organismo umano (il cosiddetto microbiota umano), il cui destino durante una missione prolungata rappresenta un punto interrogativo. QUASI AMICI L'uomo ospita normalmente miliardi di microrganismi, che colonizzano, tra gli altri, intestino, bocca, naso e pelle. Si tratta di una convivenza per lo più pacifica (simbiosi), che ha vantaggi per il corpo umano, in quanto i batteri svolgono spesso un ruolo chiave in alcune funzioni metaboliche. Tuttavia, una lunga permanenza nello spazio, in condizioni differenti da quelle presenti sulla Terra, potrebbe causare alterazioni in questo complesso ecosistema, mettendo in pericolo la salute dell'equipaggio. BATTERI SU MARTE Grazie agli astronauti che si alternano a bordo della ISS, gli scienziati sono riusciti finora a studiare cosa accade al microbiota umano sul breve periodo. La ricerca apparsa su Microbiome ha invece esteso le osservazioni su un intervallo di 520 giorni, più o meno il tempo necessario per raggiungere in futuro il pianeta Marte. UNA CASA PER SEI Il progetto, denominato MICHA (Microbial ecology of confined habits and human health), ha permesso di monitorare sei membri di un equipaggio durante un soggiorno di circa un anno e mezzo all'interno di un simulatore. In un habitat ristretto, gli astronauti hanno condotto esperimenti e svolto mansioni di routine, raccogliendo campioni di microbi dalla loro pelle e dalle superfici della navicella spaziale. COSA DICONO I NUMERI L'analisi dei campioni ha dimostrato che durante tutta la durata dell'esperimento la quantità di batteri è rimasta entro i limiti di sicurezza già registrati in precedenza sulla ISS. Tuttavia, si è anche scoperto che la diversità microbica è diminuita nel tempo: ciò significa che, al termine della missione, molte specie inizialmente presenti non erano sopravvissute. HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA Gli scienziati sottolineano che l'impoverimento delle specie di microrganismi è un aspetto da tenere sott'occhio. Alcuni batteri, come gli streptococchi presenti ad esempio nel naso, sono innocui finché vivono in equilibrio con altri microbi, ma possono scatenare infezioni se riescono a prosperare a discapito di altri. Le conclusioni non sono definitive e suggeriscono ulteriori approfondimenti, al fine di evitare qualunque tipo di sorpresa per i futuri pionieri della colonizzazione spaziale.