Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

A Singapore vivono dei coralli ultra resistenti

Alcune barriere coralline sembrano essersi adattate a condizioni particolarmente inospitali: i loro segreti potrebbero salvare i reef di tutto il mondo

Il riscaldamento globale minaccia le barriere coralline di tutto il mondo

Il riscaldamento globale minaccia le barriere coralline di tutto il mondo

Nelle acque torbide che bagnano Singapore vivono dei coralli super resistenti. La notizia potrebbe facilmente passare sottotraccia, ma si tratta in realtà di una scoperta scientificamente molto rilevante. Capire infatti come facciano questi coralli a prosperare in un ambiente poco ospitale, potrebbe aiutare gli esperti a salvare moltissime barriere minacciate dal riscaldamento globale.

Coralli con la scorza dura 

Il nuovo studio, condotto dall'Università nazionale di Singapore (sigla inglese: NUS), ha coinvolto 124 specie, per un totale di circa 3000 coralli, prelevati da due barriere distinte a largo della costa di Singapore. Le acque in cui crescono questi reef è molto torbida e densa di sedimenti, tanto che le radiazioni luminose non riescono a spingersi oltre gli otto metri di profondità. Ciononostante le osservazioni documentano che i coralli si sviluppano forti e in salute anche lungo i fondali più bassi, dove si sono adattati a sopravvivere in condizioni poco favorevoli.

Un aiuto per tutte le barriere coralline

Secondo i ricercatori, le prove raccolte suggeriscono che questi coralli sarebbero in grado di sopravvivere all'innalzamento degli oceani, fenomeno strettamente legato al global warming. L'aumento del livello delle acque, stimato dai 40 centimetri fino a 2 metri entro il 2100, rischia infatti di sconvolgere gli ecosistemi che ospitano le barriere, alterando ad esempio l'apporto di luce e cibo. Due fattori di stress che contribuiscono al cosiddetto sbiancamento. Il prossimo passo sarà scoprire quale segreto si nasconde dietro l'eccezionale resistenza dei coralli di Singapore. Gli scienziati confidano che in futuro tali informazioni consentano di ideare efficaci strategie di conservazione e restauro per le barriere agonizzanti di tutto il mondo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Marine Environmental Research.