Martedì 5 Novembre 2024
SILVIO DANESE
Magazine

Coppa Volpi: il tuo genere è femmina

Silvio

Danese

Dodici attrici per cinque sorelle, perché nei decenni fissati in tre passaggi cruciali e in soli 90 minuti di film crescono, litigano, muoiono, sopravvivono, lasciando tracce intense dei loro corpi, energie, aggressività, malattie, desideri, nevrosi. E quel che resta infine, è un appartamento vuoto di tutto, dove quei corpi mancano e insieme resistono, come succede sempre nelle case dove abbiamo abitato, vissuto, amato. Più riuscito del primo “Via Castellana Bandiera“, sviluppato e insieme svincolato dallo spettacolo teatrale (2014) e dal suo vistoso simbolismo, “Le sorelle Macaluso“ e la loro frenetica colombaia ti tengono dentro un organismo pulsante femminile, pericoloso e bisognoso, che pare più importante, più influente, delle cose che succedono, con qualche evitabile sottolineatura (ma Emma Dante è una cineasta “giovane“ cresciuta tanto sul palco). Un premio al cast?

In un discorso più ampio sulle esperienze “immaginarie“ nel cartellone di questa Mostra che va al termine con otto cineaste in concorso (il 40 per cento, mai visto) e con storie forti sui meccanismi subdoli del dominio maschile, anche le “Macaluso“ contribuiscono a occupare più spazio, più informazioni, emozioni, percezioni fisiche e vicende dal “secondo sesso“, nel percorso (facciamo per i prossimi 200 anni?) a dimenticare, cancellare, numerazioni e subordini.

È un caso se quest’anno, pensando alla Coppa Volpi, vengono prima in mente nomi di attrici? Lasciando al piacere di una serata in sala l’altro titolo in concorso, il melò spionistico su individuosocietà del giapponese Kiyoshi Kurosawa, le 4 ore e mezza di “City Hall“ (fuori concorso) del 90enne Frederick Wiseman su sindaco e amministrazione di Boston meritano un volume a parte.