Roma, 14 marzo 2023 - La giornalista Concita De Gregorio parla (anche) della sua malattia a 'Belve' intervistata da Francesca Fagnani, rivelando di aver avuto il cancro e di indossare una parrucca. "Sono stata sul punto di chiamare il direttore, perché io preferirei avere i miei capelli, ma adesso porto una parrucca. Ho avuto un anno impegnativo: ho avuto un cancro, mi sono operata ad agosto; ora faccio terapia tutti i giorni. Ora ne parlo al passato perché ho tolto tutto, ma non si può mai parlare completamente al passato. Diciamo però che siamo sulla buona strada", racconta senza filtri De Gregorio nell'intervista in onda questa sera in prima serata su Rai2.
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Sulle ragioni del suo silenzio, poi, confessa: "Volevo evitare che tutti si rivolgessero a me con aria dolente chiedendomi come stai, perché quello è solo un pezzo della tua vita, non è tutta la tua vita". Alla domanda su qual è stato il momento più brutto, la De Gregorio risponde: "E' stato capire come dirlo al più piccolo dei miei figli, che vive in Australia. Io volevo farlo di persona. Ma a quel tempo facevo una terapia molto fitta. Ho convinto i medici che mi avrebbe fatto meglio vedere mio figlio che fare la terapia senza vederlo".
Sugli anni alla direzione dell'Unità, la Fagnani ricorda che, in quanto direttrice, De Gregorio si è trovata a dover risarcire i danni per articoli firmati dai suoi giornalisti e giudicati diffamatori dalla magistratura. La Fagnani chiede quanto abbia pagato, e la De Gregorio: "Ho pagato moltissimo, sto ancora finendo". La Fagnani insiste: Quanto? E la giornalista: "Ho sborsato, di tasca mia con il mio lavoro in questi dieci anni, più di due milioni di euro". Sul diverbio con il giornalista Alessandro Sallusti, reo di averla chiamata per nome e non per cognome come faceva con gli altri colleghi, la Fagnani le fa notare che lei ha una rubrica che si chiama Invece Concita… E la giornalista spiega: "E' una questione di contesto e di consenso: io con i miei lettori stabilisco un rapporto confidenziale e dispongo del mio nome, perché voglio farlo. Però se non ti do il permesso di chiamarmi per nome…". E continua: "E' un metodo: con le donne usano soltanto il nome e mai il cognome; questa falsa confidenza ha un sotto testo, il non detto è derubricarti a una persona intima e non conferirti autorevolezza".