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Vasco Rossi
Roma, 19 maggio 2020 - Quello di ieri resterà il lunedì nero del rock italiano. Dopo mesi di tentennamenti, dubbi e speranze, infatti, la grande musica da stadio ha deciso di fermarsi. Per ufficializzare la decisione agenti e promoter hanno aspettato che il presidente del Consiglio annunciasse le nuove disposizioni in tema di salute pubblica, ma la decisione era già stata presa da tempo.
Niente Vasco, niente Liga, niente Ferro, niente McCartney, niente Clapton, niente Billie Eilish. Niente di niente questa estate sotto i cieli del nostro paese. Anche se lo stop governativo ai concerti con più di mille persone arriva al 31 luglio, infatti, il realismo impone di togliersi dalla testa qualsiasi altra speranza estiva perché salteranno quasi sicuramente pure gli appuntamenti di agosto e settembre. Tant’è che in tempi brevi dovrebbe arrivare da Roma la notizia di una proroga del “lockdown” musicale per gli spettacoli con più di mille spettatori al 30 settembre. Già da mesi gli americani (ma anche gli impresari italiani) stanno posponendo i calendari al 2021. Ad alcuni che, presi dall’entusiasmo, nella scelta dei grandi spazi avevano fatto il passo più lungo della gamba ritrovandosi poi a faticare con le prevendite, non va poi malissimo, ma per tutti gli altri è un gran bel problema. Anche perché ci sono strutture, come ad esempio gli stadi, che per la prossima estate hanno in agenda già diversi concerti, a cominciare dal tour di Negramaro, e che faticheranno non poco a trovare posto pure ai recuperi imposti dalle cancellazioni di questo annus horribilis.
L’uscita dal tunnel del Coronavirus è così imponderabile che tutti o quasi hanno preferito rimandare ogni show all’estate prossima invece di tentare in autunno o primavera la via dei palasport. La lista di eventi da spostare diramata ieri da Assomusica, l’associazione che riunisce i produttori italiani di concerti, è impressionante e, purtroppo, incompleta. Ci sono 101 nomi, dal rapper Anderson Paak a Zucchero, dai Pearl Jam a Biagio Antonacci o ad Andrea Bocelli, e 15 grandi rassegne tra cui il Lucca Summer Festival, Bologna Sonic Park, Firenze Rocks, l’I-Days, Umbria Jazz.
C’è chi, come Gianna Nannini, Claudio Baglioni o gli Iron Maiden hanno già riprogrammato i concerti e chi lo farà nelle prossime settimane, ma l’operazione è delicata perché in molti casi non si tratta di uno o due show ma di intere tournée con le problematiche logistiche che questo comporta. Pure i concerti unici comportano criticità quando sono mega eventi come, ad esempio, quelli in programma a Reggio Emilia nella nuova arena di Campovolo. Al momento sono in calendario per settembre, ma tutto lascia pensare che slitteranno all’estate prossima; il concertone di Luciano Ligabue per i suoi sessant’anni magari il 19 giugno (quando ne avrà già 61), mentre Una. Nessuna. Centomila, la maratona solidale di Emma, Fiorella Mannoia, Alessandra Amoroso, Giorgia, Elisa, Laura Pausini e Gianna Nannini, il 26 giugno.
"Il Governo sembra aver compreso la gravità della situazione in cui versa il mondo della musica, ben sapendo che in questa crisi la ripresa del settore arriverà non alla fine del film, ma dopo i titoli di coda", ammette Roberto De Luca, presidente di Live Nation Italia, primo produttore di musica dal vivo del nostro paese con circa 120 milioni di fatturato annuo. "E il suo intervento non è solo per un settore che produce lavoro e ricavi ma che ha concrete ricadute sul territorio; basta pensare, e parlo per esperienza diretta, ai 20 milioni di euro mossi d’estate nel turismo e nella ristorazione solo da Firenze Rocks".