Lunedì 23 Dicembre 2024
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Cometa Atlas, la superdiva verde si avvicina. Quando e dove vederla

Albino Carbognani, ricercatore dell'Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio di Bologna: "Avrà un colore verde acceso e una coda lunga almeno un milione di chilometri"

La cometa Atlas

Roma, 6 aprile 2020 - C'è una superdiva in avvicinamento nel cielo. Si chiama Atlas, è una cometa molto speciale avvistata il 28 dicembre scorso con un sofisticato sistema di specchi e fotocamere installato su un vulcano delle Hawaii.  Che cosa la rende unica o quasi? "La sua incredibile luminosità, cresciuta 4.000 volte a marzo. E anche se gli ultimissimi dati danno un certo calo, nulla vieta di pensare che riacquisti la massima potenza del suo fulgore nei prossimi giorni", spiega Albino Carbognani, ricercatore dell'Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio di Bologna. 

Sarà visibile a occhio nudo? "Sì, con particolari condizioni atmosferiche e in luoghi molto bui. Altrimenti ci vorrà  un buon binocolo".

Quando? "Approssimativamente dal 6 al 20 maggio, quando si troverà alla minima distanza dalla Terra. Molti astrofili dotati di telescopio l'hanno già fotografata".

Dove dovremo guardare? "Si potrà osservare Atlas due ore dopo il tramonto, in direzione nord-ovest a 30-40 gradi di altezza sull'orizzonte. Bisognerà puntare gli occhi o le lenti verso la costellazione del Perseo, dove approderà passando da quella della Giraffa. Si può prendere come riferimento Venere: angolarmente, la cometa non sarà molto distante da quel pianeta".

Come la riconosceremo? "Dal colore verde acceso della chioma, dovuta ai gas che la compongono e che bruciano man mano che si avvicina al Sole. E dalla coda rosea, lunga almeno un milione di chilometri".

Altre caratteristiche? "Il nucleo è un blocco di ghiaccio e roccia con un diametro di due chilometri. La temperatura si aggira sui 270 gradi sottozero. Esaminarlo più da vicino sarà una manna per gli studiosi".

Spieghi perché. "Indagare su una cometa è come salire sulla macchina del tempo. Si tratta di corpi celesti che hanno la stessa età del Sistema solare: 5 miliardi di anni. Da allora la composizione chimica non è mai cambiata, è come se Atlas fosse stata tirata fuori da un freezer. Ecco perché può fornirci informazioni preziosissime sull'origine del cosmo".

Alcuni astronomi la ritengono gemella della Grande Cometa del 1844 che diede spettacolo nel cielo... "E' plausibile. Sicuramente l'orbita ellittica molto allungata è la stessa: ragionevole pensare che siano due frammenti del nucleo originario di una cometa progenitrice che si spezzò 6000 anni fa avvicinandosi al Sole".

Seimila anni fa eravamo nel neolitico. L'uomo passò dall'età del rame a quella del bronzo: ci sarà anche oggi un cambiamento epocale? "Io credo che si sia trattato di una casualità. So che, secondo il mito, al transito delle comete è attribuito un significato per la vita degli uomini. Quando il cielo era considerato manifestazione del volere degli Dei, erano perlopiù ritenute annunciatrici di peste, aria malata, locuste: il paragone con quel che accade oggi è fin troppo facile. Ma è fatto a posteriori, così come per le Centurie di Nostradamus. E allora, se devo stare al gioco,  preferisco pensare che sia un segnale benaugurante: una svolta fortunata in arrivo per l'umanità". 

Atlas passerà di nuovo fra seimila anni. Come sarà allora la Terra? "Per rispondere ci vuole un indovino, non un astrofisico. Potremmo aver colonizzato la galassia. O essere estinti, chissà".