La Generazione Z indica coloro che sono nati tra il 1997 e il 2012. E in questo periodo, tra di loro c’è chi ha finito la scuola superiore, vuole continuare gli studi e spesso si trova davanti al bivio più importante (e fonte di dubbi): quale università scegliere? Se abitate in una grande città, le opzioni si limitano a quel quesito. Ma se non siete vicino ad una città che include uno sbocco di studi che volete intraprendere, oltre all’università vi troverete anche a dover decidere in quale città trasferirvi. Un doppio bivio che include allontanamento dalla famiglia, uno (spesso automatico) cambio di amicizie e nuove regole e coinquilini da conoscere e con i quali vivere insieme. I primi traslochi per studio (o per lavoro, perché no), sono alle porte. Ecco qualche consiglio su come “superare” il testi dei coinquilini.
Alcuni consigli
Lasciando il proprio nido, cambiano anche i ritmi e le regole. Se siete stati abituati ad essere “coccolati” dai genitori, il primo step è comprendere che bisogna iniziare a cavarsela da soli. E i primi due elementi chiave per iniziare un buon rapporto con i coinquilini, sono la pulizia/ordine e il rispetto. Sembra scontato ma non lo è. La tazza lasciata in giro, il classico “dopo lo raccolgo” e “poi lo faccio”, non possono diventare un’abitudine perché, automaticamente, significa che non ci sarà nessuno a farlo al vostro posto o se lo farà qualcuno che vive in casa con voi, ricordatevi che paga lo stesso affitto mensile e non è vostra madre. Il rispetto diventa qualcosa di fondamentale. Chi vive con voi non è (ancora) un vostro amico o un fratello/sorella pronto a chiudere un occhio su eventuale caos in casa. Pensate sempre a chi vorreste avere intorno, come persona, e cercate di esserlo voi in primis. Mostratevi socievoli ma non invadenti. Magari l’occasione migliore, quando si arriva in una nuova abitazione, è quella di proporre una pizza o una cena tutti insieme. Rappresenta il modo più adatto per socializzare, per ‘prendere le misure’ l’uno dell’altro e creare, da subito, un clima disteso. Entrare in casa e passare le prime sere chiusi in camera e spiccicare poche parole non è sicuramente la mossa più consigliata per apparire come i coinquilini ideali. Ricordatevi che, almeno nei primi tempi, le persone che vivono in casa insieme a voi, possono essere anche un vostro eventuale sostegno o appoggio. In caso di febbre o qualsiasi malanno, mostrarsi disponibili per medicine o spesa è il comportamento ideale. Anche in questo caso, fate quello che vorreste ricevere voi se vi trovaste in quella situazione. Non ci sono più i genitori o i fratelli che pensano a voi. Dovete farlo da soli, diventare adulti. Ma chiedere aiuto non è debolezza, è creare una rete di persone sulle quali contare. Ed esserlo voi per gli altri è fondamentale. L’ultimo consiglio, insieme a quello di socializzare, mostrarvi ordinati e puliti, è quello di conservare comunque la vostra intimità. Essere disponibili è giusto ma senza creare subito un legame privo di confini. Non è maleducazione ma salvaguardia della vostra vita privata. Diventare amici dei coinquilini necessita di tempo, dovete capire di essere compatibili anche a livello caratteriale. Fino ad allora, create spazi e momenti per voi stessi in casa, nella vostra camera, per formarvi, rendervi indipendenti e non essere costantemente legati a chi vive nella vostra stessa abitazione. Gli amici arriveranno, prima pensate a voi stessi.