La storia personale e artistica della fotografa Nan Goldin, e la sua lotta contro l'impero farmaceutico della famiglia Sackler, sono al centro di 'Tutta la bellezza e il dolore' (titolo originale 'All the Beauty and the Bloodshed'). Il film è stato una delle grandi sorprese del Festival di Venezia 2022, dove ha vinto il Leone d'Oro diventando il secondo documentario nella storia ad aggiudicarsi il premio più prestigioso della kermesse (il primo è stato 'Sacro GRA', nel 2013). Ora è candidato all'Oscar 2023, nella categoria riservata ai documentari. Con un simile curriculum c'era forse da sperare in un'ampia distribuzione nelle sale cinematografiche italiane. Invece arriverà solo come evento speciale, dal 12 al 14 febbraio. Meglio di niente, ma questo significa che avremo meno tempo a disposizione per vederlo.
'Tutta la bellezza e il dolore', il documentario
La trama segue due strade intrecciate. Intanto c'è la storia di una fotografa che ha dovuto lottare con le unghie e i denti per affermarsi all'interno di un mondo maschilista e patriarcale, diventando infine una delle artiste più significative della sua epoca. Sfruttando la sua fama, Nan Goldin ha poi capitanato un movimento di protesta civile nei confronti di Purdue Pharma, industria farmaceutica della potente famiglia Sackler, responsabile di un'epidemia di oppiacei provocata da medicine (in particolare antidolorifici) che non avrebbero dovuto essere sul mercato, né prescritte alle persone. Come ascoltiamo nel trailer, "in questa società le cose sbagliate sono tenute segrete. E questo distrugge le persone". Perché l'estrema ricchezza si basa a volte su affari sporchi, e non basta un po' di filantropia per ripulirsi l'immagine.
La storia di Nan Goldin e del suo attivismo sono diventati un documentario grazie a Laura Poitras, già vincitrice di un Oscar per il migliore documentario grazie a 'Citizenfour' (2014), storia degli incontri fra alcuni giornalisti e l'informatico Edward Snowden, che decise di rivelare alla stampa informazioni segrete per smascherare un sistema di sorveglianza globale condotto primariamente dalla statunitense NSA.
A proposito, il titolo del documentario fa riferimento a un passaggio di 'Cuore di tenebra' di Joseph Conrad. Il senso è svelato nel finale del film, dunque non anticipiamo altro.
Le recensioni, cosa ne pensa la critica
La media voto su Metracritic è di 90/100 e questo da solo chiarisce il tenore delle recensioni scritte dalla critica internazionale. Del resto, la vicenda personale e politica di Nan Goldin è straordinaria, e la profonda connessione tra lei e la documentarista Laura Poitras ha prodotto un documentario di rara potenza e bellezza.