
Marco Giallini, 61 anni, interpreta Rocco Schiavone dal 2016. «Sono affezionato a Rocco e ogni volta mi emoziona»
Ora il viso di Rocco Schiavone è ancora più ‘ciancicato’. Quelle pieghe che lo segnano, svelano quanto sia provato anche dentro. Più solo, più disilluso, più che mai alle prese con il passato e il suo carico di nostalgia e di dolore. Un personaggio nato dalla penna di Antonio Manzini, indissolubilmente legato al suo interprete, Marco Giallini, anche in Rocco Schiavone 6, regia di Simone Spada, quattro nuove puntate in onda su Raidue da questa sera.
E pensare che quando glielo proposero, Marco Giallini non lo voleva nemmeno fare. "Siamo troppo simili", aveva pensato. "Tutti e due romani, cresciuti negli anni Settanta giocando sulla strada, Rocco a Trastevere, io a San Basilio, tutti e due – spiega - che abbiamo faticato a trovare una posizione nel mondo". Un po’ cinici e burberi, con quel sarcasmo da romani, entrambi segnati dalla perdita della donna della propria vita. Ma del personaggio che interpreta dal 2016 ora Giallini dice: "Sono affezionato a Rocco e mi emoziona ogni volta tornare a interpretarlo. E sono anche felice di tornare ad Aosta, di cui sono diventato cittadino onorario e dove mi sento a casa. Ormai lì nessuno mi si fila più, mentre a Roma o in altre città, quando mi fermo al semaforo, aspettando che diventi verde, devo aprire tutti e due i finestrini per accontentare chi mi chiede un selfie".
E prosegue: "Essere protagonista di una serie che dura da così tanti anni e con un personaggio con le caratteristiche di Rocco, per me ha significato realizzare un sogno. Quando ero ragazzo e iniziavo a fare l’attore, speravo di riuscire un giorno a fare un personaggio alla Jean Gabin, alla Yves Montand, in quei film francesi che amava tanto mio padre".
In questa sesta stagione, Rocco Schiavone si reca anche in Argentina. "Arrivato a Buenos Aires, ho preso un taxi e l’autista mi ha gridato, ‘Rocco Schiavone!’. Non sapevo – racconta divertito – di essere così conosciuto anche lì. In effetti la serie, oltre che in quasi tutta Europa, è stata venduta anche in Giappone, Nord America e Sudamerica". E quanto al volto più segnato spiega: "Il volto più ciancicato dipende dal fatto che, per interpretare una serie girata prima di questa, ero dimagrito quattro, cinque chili e, a questa età – afferma - è un dimagrimento che sul viso si vede. In ogni caso il viso segnato ha aiutato a esprimere meglio la sofferenza di Schiavone".
Una sofferenza, una disillusione, quella che vive il suo Rocco, che Giallini considera lo specchio di quella che vivono un po’ tutti gli italiani. "Dipende dalla situazione in cui viviamo. In casa la televisione ti bombarda con la pubblicità che nemmeno si capisce cosa propone, poi esci ed è tutto un grigiore. Esci, e non ci sono più le edicole. Facendo un giro per le città, è una cosa che mi ha molto colpito e che considero emblematica. Mi mette paura la sparizione delle edicole, così belle, così piene di colori, di via vai di gente, con quel buon profumo di carta".