Venerdì 14 Febbraio 2025
MANUELA SANTACATTERINA
Cinema e Serie Tv

'The White Lotus 3': tutti i ricchi americani (in)felici si somigliano tra di loro

La terza stagione della serie antologica creata da Mike White torna con la sua satira sociale. Al centro del nuovo capitolo la spiritualità

Un'immagine di 'The White Lotus 3'

Un'immagine di 'The White Lotus 3'

Valigia pronta, crema solare a portata di mano e aspettative decisamente alte. Si torna al White Lotus, questa volta in Thailandia. Gli ingredienti tipici della serie creata e diretta da Mike White - dal 17 febbraio su Sky e Now in contemporanea con gli Stati Uniti - ci sono tutti. Un gruppo di ricchi americani (in)felici, una location mozzafiato, i suoi dipendenti e un omicidio che manda all’aria l’apparente armonia. Se volete rendervi conto di quello che vi aspetta – ma, soprattutto, che aspetta ai protagonisti – vi basterà guardare con attenzione la sigla di 'The White Lotus 3'. Ai classici dipinti che riproducono scene di vita quotidiana nei templi e nella giungla thailandese, si susseguono elementi sinistri e spaventosi, tra esseri umani inghiottiti da creature marine o assaliti da scimmie. Le stesse che saltano di albero in albero nella fitta vegetazione – elemento dal forte valore simbolico insieme a serpenti e lucertole oltre a un accenno allo tsunami del 2004 - che circonda il lussuoso resort dove soggiornano gli ospiti. A due anni di distanza dalla seconda stagione ambientata a Taormina, la serie, come da copione, parte dalla fine. Un giovane uomo impegnato (senza troppa convinzione) in una seduta di meditazione e degli spari in lontananza. Momenti di panico culminati in una preghiera davanti ad una statua di Buddha adiacente a uno stagno e un corpo senza vita che galleggia sulla superficie dell'acqua. Da lì il racconto fa un salto indietro nel tempo di una settimana al momento in cui i ricchi vacanzieri raggiungono l'isola della costa meridionale della Thailandia. Da un lato la famiglia Ratliff capitanata dall'uomo d'affari Timothy (Jason Isaacs). Al suo fianco la moglie Parker (Parker Posey) assuefatta da calmanti e i tre figli, la studiosa di religioni orientali Piper (Sarah Catherine Hook), lo spaccone Saxon (Patrick Schwarzenegger) e il timido Lochlan (Sam Nivola). Dall'altro la coppia composta dall'irascibile Rick (Walton Goggins), giunto al White Lotus per incontrare il suo proprietario, e la sua giovane ragazza Chelsea (Aimee Lou Wood). A completare il gruppo le tre amiche d'infanzia Jaclyn (Michelle Monaghan), attrice di successo, Laurie (Carrie Coon), avvocatessa neo divorziata, e Kate (Leslie Bibb), casalinga texana sposata con un pezzo grosso. A fare da collante con le due stagioni precedenti Belinda (Natasha Rothwell), la direttrice della spa del White Lotus con sede alle Hawaii arrivata in Thailandia per un programma di scambio e del tutto ignara (per buona parte degli episodi) di quello che è accaduto all'ereditiera Tanya (Jennifer Coolidge) con la quale sperava di aprire un'attività in proprio. A tutti questi personaggi si aggiunge il personale del resort, tra il suo direttore interpretato da Christian Friedel (lo stesso de 'La zona d'interesse') e la "mentore della salute" Mook con il volto di Lalisa Manoban, membro del gruppo femminile K-pop Blackpink qui al suo debutto come attrice. Se il centro narrativo della prima stagione era focalizzato sulla differenza di classe e il privilegio bianco, la seconda sulle dinamiche di potere investigate attraverso il sesso, la terza pone l'accento sulla spiritualità e il concetto della vita oltre la morte. Gli ospiti del resort, occidentali materialisti, una volta messo piede sulle spiagge cristalline pensano che quale seduta di meditazione o di massaggi possa renderli persone migliori, più elevate spiritualmente. Ma è solo una bugia che raccontano a loro stessi. Quello che davvero gli interessa è ubriacarsi, fare sesso e controllare le notifiche dei loro telefoni. Non a caso la famiglia Ratliff rabbrividisce all'idea di lasciare i loro smartphone a una dipendente del resort per vivere una settimana lontani da interferenze esterne. Giunti al terzo capitolo conosciamo ormai molto bene i meccanismi messi in atto da Mike White. Ed è forse per questo che 'The White Lotus 3' appare come la stagione meno innovativa, ma non per questo meno interessante o godibile. Otto episodi – rispetto ai sei e sette dei capitoli precedenti – che si accendono solo a metà (la stampa ha potuto vedere i primi sei). Un inizio lento che lascia il posto a due puntate centrali molto più serrate in cui i tanti segreti e non detti custoditi dai personaggi deflagrano. In mezzo un accenno a Trump e alle elezioni, incesto, pettegolezzi, indagini del Wall Street Journal, vecchie tensioni e sete di vendetta. Bentornati al White Lotus.