Lunedì 20 Gennaio 2025
MANUELA SANTACATTERINA
Cinema e Serie Tv

'The Girl With The Needle' è una fiaba oscura, tra diritto all'aborto e (troppa) estetica

Il film di Magnus von Horn, in concorso a Cannes 77 e candidato dalla Danimarca agli Oscar 2025, arriva in esclusiva su Mubi dal 24 gennaio

Una scena di 'The Girl With The Needle'

Una scena di 'The Girl With The Needle'

A guardare la prima mezz'ora di 'The Girl With The Needle', terzo lungometraggio di Magnus von Horn presentato in Concorso a Cannes 77 e dal 24 gennaio in streaming su Mubi, si ha l'impressione di assistere a una favola amara. Come se Charles Dickens e Hans Christian Andersen avessero scritto una sceneggiatura a quattro mani. A firmarla, invece, è lo stesso regista insieme a Line Langebek Knudsen.

‘La ragazza con l'ago’ del titolo è Karoline (l'ottima Vic Carmen Sonne). Una giovane donna della Copenaghen sul finire della prima guerra mondiale che lavora in una fabbrica dove si producono divise militari. Il padrone di casa la caccia perché non riesce più a pagare l'affitto, il governo non le riconosce la pensione da vedova perché il marito di cui non ha più notizie non è stato formalmente dato per morto, il facoltoso datore di lavoro la seduce e poi l'abbandona. Non prima di averla messa incinta. Sola, povera e disperata, Karoline prova a procurarsi un aborto in un bagno pubblico. Lì le viene in soccorso Dagmar (Trine Dyrholm), una donna che gestisce un'agenzia clandestina di adozioni per bambini indesiderati. Karoline, una volta partorito, le porterà la figlia che non vuole crescere e diventerà la sua assistente. Un lavoro illegale, ma a suo modo giusto. Almeno fino a quando la protagonista non farà una scoperta sconvolgente. Ispirato a una storia vera – della quale non sveliamo dettagli per non depotenziare la visione del film -, 'The Girl With The Needle' dietro quell'apparente facciata da fiaba oscura cela un'anima ancor più nera - “Il mondo è un posto orribile, ma dobbiamo credere che non sia così”, dice Dagmar a Karoline. Lo dimostra l'inquietante sequenza iniziale dove si accavallano volti deformati e minacciosi.

Candidato della Danimarca come miglior lungometraggio internazionale alla 97esima edizione degli Oscar, il film ha uno stretto legame con la nostra contemporaneità. Dall'Europa agli Stati Uniti, il diritto all'aborto è sempre più messo in pericolo da leggi che limitano o annullano ogni libertà individuale delle donne impossibilitate a scegliere cosa fare dei loro corpi.

'The Girl With The Needle', così, si aggiunge alla lista di pellicole che in questi anni – con stili e registri differenti – hanno toccato l'argomento: da 'La scelta di Anne – L'événement' di Audrey Diwan tratto dal romanzo autobiografico di Annie Ernaux a 'Mai raramente a volte sempre' della statunitense Eliza Hittman. Incastonato in un formato 4:3 e illuminato dalla fotografia in bianco e nero di Michal Dymek fortemente debitrice del cinema espressionista, il film danese omaggia i fratelli Lumière (esemplare la sequenza dell'uscita dalla fabbrica) e 'Persona' di Ingmar Bergman così come tanta arte pittorica. Un cinema fin troppo estetizzante dove anche lo squallore brilla e lascia emotivamente un passo indietro senza mai affondare veramente nel marcio di una società che permette tanto orrore.