Martedì 17 Settembre 2024

‘Star Wars’, Disney nei guai legali per aver “resuscitato” Peter Cushing in ‘Rogue One’

L’attore, noto per aver interpretato il Grand Moff Tarkin nel primo film della saga, è mancato nel 1994

‘Star Wars’, Disney nei guai legali - Crediti iStock Photo

‘Star Wars’, Disney nei guai legali - Crediti iStock Photo

Come se non bastasse il dispiacere per la scomparsa di James Earl Jones, storica voce di Darth Vader, negli stessi giorni i fan di ‘Star Wars’ si sono trovati ad affrontare un'altra notizia sconfortante legata al franchise, questa volta di natura legale.

Disney, infatti, è stata citata in giudizio per aver riportato in vita, tramite la tecnologia digitale, uno dei volti più iconici della saga. Secondo la notizia riportata da ‘Euronews’, ripresa poi da varie testate, a finire nel mirino è stato l'utilizzo dell'immagine dell'attore Peter Cushing in ‘Rogue One’, 22 anni dopo la sua morte. Questa scelta è stata oggetto di una contestazione legale.

Peter Cushing

Peter Cushing è noto soprattutto per il suo ruolo nel film originale di ‘Star Wars’ del 1977, dove interpretava il Grand Moff Tarkin, personaggio molto amato dal pubblico. Quando la Disney produsse il prequel ‘Rogue One: A Star Wars Story’, la presenza di Cushing/Tarkin è stata considerata imprescindibile. E così l’attore, morto nel 1994 all'età di 81 anni, è stato resuscitato digitalmente dalla Disney. Nel 2016 la major è ricorsa alla tecnica digitale CGI per sovrapporre il volto di Cushing al corpo del collega vivente Guy Henry.

La causa

Ora, il produttore cinematografico e amico di Cushing, Kevin Francis, ha intentato una causa legale contro il gruppo Disney. Francis sostiene che l’attore non aveva mai acconsentito che la sua immagine fosse riprodotta senza il suo permesso. Per il momento il gruppo Disney non è riuscito a far archiviare questa causa presso l’Alta Corte di Londra, dove Francis ha sporto querela. La compagnia di Francis, Tyburn Film Productions, non ha citato in giudizio solo Disney, ma anche Lucasfilm, che detiene i diritti sul franchise di ‘Star Wars’, Lunak Heavy Industries, che ha prodotto Rogue One, nonché l’ex agenzia dell’attore.

La replica

Nel 2016, Disney riteneva di non aver bisogno del permesso per ricreare l’immagine di Cushing in base ai termini del contratto per il film del 1977. In quell’occasione, la produzione pagò circa 33.000 euro agli eredi di Cushing per l'uso della sua immagine.

Francis, tuttavia, ha presentato un documento, firmato dall'attore nel 1993, durante la produzione del film televisivo ‘A Heritage of Horror’, in cui Cushing stabiliva che la sua immagine non poteva essere utilizzata senza il permesso di Francis. Sulla base di questa prova, l'Alta Corte ha respinto la richiesta di Disney di archiviare il caso.

Il parere del giudice

A dirla tutta, il giudice Tom Mitcheson ha dichiarato di non ritenere probabile una vittoria per la parte querelante. Ha comunque deciso di procedere con il caso, evidenziando che in un’area legale in costante evoluzione come quella dell'uso dell'immagine digitale è necessario approfondire i confini attraverso un'indagine accurata.

I precedenti

Già in passato con ‘Star Wars’ si è fatto ricorso alla tecnologia per far rivivere attori deceduti. Per esempio, nel capitolo ‘The Rise of Skywalker’, Carrie Fisher è stata riportata sullo schermo tre anni dopo la sua morte, avvenuta alla fine del 2016.

L'uso della CGI e dell'intelligenza artificiale per riprodurre volti di attori scomparsi è un tema sempre più dibattuto, tanto da essere stato uno dei principali punti di discussione durante il braccio di ferro tra sindacati e produttori nel settore cinematografico nel lungo sciopero degli sceneggiatori e degli attori a Hollywood, terminato a settembre 2023 dopo mesi di proteste.