Mercoledì 31 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Cinema e Serie Tv

Roberto Herlitzka e ‘Boris’: il cult della scena con Pannofino

L’attore, scomparso all’età di 86 anni, interpretava nella serie il personaggio di Orlando Serpentieri

Roberto Herlitzka con Francesco Pannofino in una scena di 'Boris'

Roberto Herlitzka con Francesco Pannofino in una scena di 'Boris'

Con il suo carisma, la sua autorevolezza, con la forza della sua stessa storia, Herlitzka era diventato anche una figura di culto della serie ‘Boris’. Impersonava – e non era difficile riuscire credibile – l’attore «bravo», quello che si ritrovava suo malgrado in un ambiente dove tutti lavorano senza badare alla qualità, dove la recitazione è grossolana e finta. E gli effetti erano di comicità irresistibile. Il suo personaggio in «Boris» si chiamava Orlando Serpentieri. Ed evocava un bravissimo attore proveniente dal mondo del teatro, Renato Carpentieri, che veniva spesso ingaggiato nelle fiction televisive dell’epoca. Carpentieri, a sua volta, farà una carriera bellissima anche al cinema, con Nanni Moretti e Gianni Amelio. Ma quel nome, in «Boris», era un modo per rendere omaggio a tutti i grandi attori che hanno accettato di dissipare il loro talento in lavori “alimentari”.

Ma torniamo alla scena finale fra Pannofino ed Herlitzka. La si può trovare su Youtube. «Maestro, stiamo girando la puntata conclusiva della serie, e sono arrivati ordini dall’alto: vogliono che lei sopravviva…», gli dice al telefono Francesco Pannofino, ovvero il regista della serie «Gli occhi del cuore». E lui, Herlitzka, al telefono, che lo gela, ma con classe: «No, no ecco, io la chiamo proprio a questo proposito: io gradirei morire». Il regista insiste, cerca di convincerlo, ma lui: «Guardi, per carità, Ferretti, mi faccia morire». Pannofino gli chiede. «Vuole che la facciamo partecipare alla festa e che salti in aria come gli altri?».

Ed Herlitzka, gentile, e anche un po’ annoiato: «No, no. A questo proposito, se posso chiedere una cosa, preferirei morire in solitudine, magari in carcere. Non c’è bisogno che la giriate, basta che lo dite: ‘Nonno Alberto si è suicidato in carcere’. Se n’è andato con dignità». È la versione elegante di quello che diventerà un tormentone di «Boris»: «Non ‘o famo, ‘o dimo!». Cioè: non c’è bisogno di girare, basta dire a voce che qualcosa è accaduta. Com'è, come non è, Pannofino/Ferretti capisce che non deve girare un solo fotogramma in più, capisce che la produzione risparmia, e gli grida: «Aggiudicato!». Herlitzka, blasé, lo saluta con «Taaaaante caaaaare cose, Ferretti». Che è il modo più elegante di mandare a quel paese l’interlocutore. Giovanni Bogani