Giovedì 26 Settembre 2024
LORENZO GUADAGNUCCI
Cinema e Serie Tv

Robert Guédiguian: "Lotta di classe e amore. Il popolo sa ancora sognare"

Il regista francese protagonista europeo del cinema sociale e politico "I temi cruciali oggi sono l’immigrazione e la condizione della donna".

Robert Guédiguian: "Lotta di classe e amore. Il popolo sa ancora sognare"

Robert Guédiguian, 70 anni, regista franco-armeno nato a Marsiglia

"Ci sono due cose importanti nella vita: la lotta di classe e il sesso". Nella poetica di Robert Guédiguian questa frase presa dal film À l’attaque (uscito nel 2000) è un filo rosso di quarant’anni e più di carriera. Non per caso, dunque, proprio À l’attaque ha aperto la rassegna dedicata a Firenze al regista marsigliese dalla Cgil-Filcams in collaborazione con l’associazione Anémic; una rassega di sei film sotto il titolo “Di lotta e di resistenza“. Settantenne, a capo di un “clan“ (lui stesso lo chiama così) di attori, tecnici, collaboratori composto da amici d’infanzia e altri membri “cooptati democraticamente“, Guédiguian è un “regista di quartiere“ – il quartiere operaio dell’Estaque, a Marsiglia – divenuto col tempo uno dei massimi esponenti europei del cinema sociale e politico, schierato dalla parte di “les pauvres gens“, per citare Victor Hugo. Un cinema politico – ecco la lotta di classe – ma anche pieno di umanità, che coglie la vita degli umili, di chi lavora e di chi perde il lavoro, con lo sguardo intenso di chi sente di appartenere a quella stessa categoria: ecco il sesso, cioè la vita vera, le relazioni, la quotidianità. Il cinema di Guédiguian propone una lotta di classe intrisa di amicizia, fratellanza, solidarietà, anche malinconia.

"Il titolo di quel film, all’attacco, è simbolico, ma per me è anche un principio assoluto nel cinema, nella vita, nella società", dice Guédiguian. E proprio le ganesi di À l’attaque dice molto del regista franco-armeno. "Lo girai – ricorda – insieme a La ville est tranquille, un film di temi forti ma cupo, che finiva con una serie di morti e suicidi. Un film che mi faceva star male e siccome non sopporto di star male, avevo bisogno di una storia folle, brillante, esagerata, da teatro di strada. Così la sera ero disperato, ma la mattina ricominciavo pieno di slancio". À l’attaque è una commedia sul cinema piena di ironia, racconta di un regista e uno sceneggiatore un po’ maldestri che si mettono a “scrivere un film politico“ e ne viene fuori una storia, tanto improbabile e divertente quanto amara, sulla lotta per salvare dal fallimento un’officina di quartiere (l’Estaque) e l’umanità che la vive.

Guédiguian cominciò la carriera nel 1981 con Dernier été, l’ultima estate della vecchia classe operaia e della sua stessa gioventù, girato ovviamente all’Estaque, ispirandosi al Pasolini di Accattone, ma il successo – un po’ inatteso – è arrivato nel 1997 con Marius e Jeannette, storia d’amore e di declino (più che lotta) di classe nella Marsiglia operaia, ormai in odore di simpatie per l’estrema destra lepenista. "Parlo di amore – dice Robert – e includo anche l’amicizia, perché è tutto ciò che resta quando si è perso tutto; è un ingrediente indispensabile, nella vita come nel cinema".

Anche la politica, per Guédiguian, è argomento di vita quotidiana, da osservare con un misto di passione e disincanto. "La sinistra – dice il regista – in Francia è meno morta che nel resto d’Europa, ma anche da noi sta molto, molto male. Il popolo però continua a sognare, a fare proposte per cambiare le cose, è più a sinistra dei dirigenti della sinistra. C’è qualcosa che non va nella delega, nella rappresentanza, nei partiti. È il tema del mio ultimo film, La fête continue: lì i dirigenti della sinistra sono costretti dalla gente a stare insieme, e a vincere". Uno schema che si è ripetuto su scala nazionale, con la vittoria del Nuovo fronte popolare, bocciato però – con molte contestazioni – dal presidente Macron.

Nell’orizzonte di Guédiguian ci sono due film: La Pie voleuse (la gazza ladra), che sarà in ottobre in anteprima al festival del cinema di Roma, e un altro film, un ritratto di donna nel tempo presente, in fase di scrittura. I temi cruciali che il cinema dovrebbe affrontare oggi? Dice Guédiguian: "L’immigrazione", come in La villa (La casa sul mare), e, appunto, "la condizione della donna". Sempre mescolando lotta di classe e sesso, cioè politica e amore.