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Nope (Foto: Universal Pictures/Monkeypaw Productions)
Giovedì 11 agosto esce nelle sale cinematografiche italiane 'Nope', terzo film del regista e sceneggiatore Jordan Peele dopo i successi di 'Scappa - Get Out' (2017) e 'Noi' (2019). Si tratta di un horror di fantascienza che è stato recensito più che positivamente dalla critica internazionale e che conferma lo status di Peele in quel di Hollywood.
Nope, tutto sul film
La trama è ambientata in una valle dell'entroterra californiano, luogo poco abitato, con fattorie sparse e una piccola cittadina. Qui vivono gli Haywood, fratello e sorella che addestrano cavalli allo scopo di impiegarli nell'industria del cinema di Hollywood. La loro quotidianità è scossa da eventi sempre più strani e inquietanti, che lasciano intendere una presenza extraterrestre e ostile. Bisognerà fare chiarezza e poi agire di conseguenza. 'Nope' si inserisce appieno nella parabola di Jordan Peele, che grazie ai suoi due film precedenti ha dimostrato una mano piuttosto felice e si è fatto notare per la capacità di utilizzare il cinema di genere, e l'horror in particolare, come mezzo per un discorso ambizioso intorno alla condizione degli afroamericani negli Stati Uniti contemporanei. In vista di questo suo terzo lavoro, e potendo anche contare sull'autorevolezza di cui gode, ha raccolto un cast molto interessante: Daniel Kaluuya (visto in 'Scappa - Get Out', 'Black Panther' e premiato con l'Oscar grazie a 'Judas and the Black Messiah'), Keke Palmer ('Le ragazze di Wall Street'), Steven Yeun ('Minari'), Brandon Perea ('The OA') e Michael Wincott ('Talk Radio').
Le recesioni, cosa ne pensa la critica
La media voto su Metacritic è 77/100: cifra ottenuta nonostante alcune recensioni piuttosto severe, che sono state poche e si sono concentrate soprattutto su una sceneggiatura giudicata incapace di gestire le numerose questioni messe in campo, dal punto di vista narrativo e tematico. In generale, però, la risposta della critica è stata di segno opposto. Hanno ricevuto lodi la regia, il cast principale e la voglia di Jordan Peele di unire l'intrattenimento popolare a una raffinata riflessione teorica. Un amalgama, quest'ultima, tipica del migliore cinema statunitense: non a caso è stato spesso speso il nome di Steven Spielberg come modello aspirazionale di Peele.