Martedì 16 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Cinema e Serie Tv

Nadia e lo “scandalo“ di Rosalie: "La diversità è ancora sotto attacco"

Il film "Rosalie" di Stéphanie Di Giusto, ispirato a una storia vera, racconta la difficile vita di una donna barbuta nell'Ottocento. La protagonista, interpretata da Nadia Tereszkiewiz, affronta tematiche attuali sulla femminilità e l'accettazione delle differenze. La lunga preparazione al trucco e le sfide dell'accettazione personale sono al centro dell'intervista con l'attrice.

Nadia e lo “scandalo“ di Rosalie: "La diversità è ancora sotto attacco"

Nadia e lo “scandalo“ di Rosalie: "La diversità è ancora sotto attacco"

"Non è mai facile essere una donna", dice nel film. E non è facile davvero, per il suo personaggio. Rosalie è una giovane donna, nella Francia rurale dell’Ottocento. Una donna data in sposa a un uomo semplice, onesto, gentile. Ma del tutto impreparato a quello che lo attende. Rosalie è una donna “barbuta“: ha il corpo pieno di peli, il viso coperto dalla barba. Ed è un segreto che Rosalie non può tenere per sempre.

Rosalie di Stéphanie Di Giusto – presentato a Cannes e mostrato all’Ortigia Film Festival di Siracusa – raccoglie molte tematiche assolutamente contemporanee, molte riflessioni su che cosa siano la femminilità, la bellezza, i rapporti fra i sessi. La protagonista è Nadia Tereszkiewiz. Ventotto anni, la madre finlandese, il padre francese, un italiano perfetto. Il film è ispirato a una storia vera, quella di Clémentine Delait. Rosalie diventa, quando il suo segreto viene a galla, una creatura da disprezzare, poi da esibire, infine da amare. E tutta questa possente trasformazione, la incarna lei. Lei che ha già vinto il César come miglior promessa del cinema francese, per un film precedente, Les amandiers, diretto da Valeria Bruni-Tedeschi.

Nadia, che cosa dice il personaggio di Rosalie alle donne, a tutte le donne?

"Dice che l’amore non può essere codificato. Rosalie è veramente donna solo quando ha la barba: quell’elemento è la sua femminilità. E ci dice che, in qualche modo, tutti abbiamo una barba, tutti abbiamo qualche cosa di differente".

Quanto sono state pesanti le sedute di trucco?

"Quattro ore al trucco ogni mattina, o meglio ogni notte: sveglia alle quattro, e subito al trucco. Barba e peluria mi sono state applicate ogni giorno: la mia pelle se ne ricorda ancora".

Oggi si parla molto di accettazione delle differenze. Ma secondo lei è vero fino in fondo? Come sarebbe accolta, oggi, Rosalie?

"Oggi si parla molto di body positive, ma nella nostra società ci sono ancora molte contraddizioni. La nostra società vive di apparenza, di una bellezza che segue canoni codificati. Oggi Rosalie vivrebbe con difficoltà forse addirittura maggiori di quelle di un secolo e mezzo fa. E se prima chi ti poteva ferire era solo la gente del villaggio, adesso con i social tutti ti possono attaccare".

Per lei è stato difficile accettarsi così, sia pure per esigenze di scena?

"All’inizio è stato uno choc. Mi vergognavo davanti alla troupe. Poi mi sono accettata, ho girato per il set e alla mensa con la barba, senza problemi".

Parla un italiano perfetto. Qual è il suo rapporto con l’Italia?

"Sono cresciuta con gli scrittori italiani: Dino Buzzati, Cesare Pavese, Alberto Moravia, Goliarda Sapienza, Natalia Ginzburg. E con i film di Michelangelo Antonioni. Il mio prossimo film è un film italiano: un western ambientato nell’Ottocento, girato da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, i registi di Re Granchio. Due autori con i quali avrei sempre voluto lavorare: e mi hanno chiamata! Il film si chiama Testa o croce? Inizieremo a girare in agosto".