Roma, 17 diecmbre 2024 – "Ho voglia di dirigere un altro film. Ci sono due o tre cose che stanno lì... Aspetto che una sbaragli la concorrenza". Nell’attesa di rivedere Luigi Lo Cascio dietro la macchina da presa, dopo il debutto nel 2012 con La città ideale, l’attore è ora su Prime Video con The Bad Guy 2, la serie di Stasi e Fontana in cui interpreta Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia. Ma, dopo un’ingiusta condanna per collusione mafiosa, decide di mettere in atto la sua vendetta assumendo l’identità del “bad guy“ Balduccio Remora.
Luigi Lo Cascio, in che cosa si differenzia questo nuovo capitolo dal precedente?
"Si toccano nodi molto intimi. Per quello che riguarda il mio personaggio è decisiva la spinta ad avvicinarsi alla verità di quelle che erano le relazioni che ha avuto e a cui ha dato valore. Un significato che, improvvisamente, si mostra in tutta la sua vanità. È un ripensare alla propria vita come un fallimento, come qualcosa di falso, inautentico".
"La verità tutti la vogliono sapere, ma non tutti la sanno sopportare". Una fotografia dell’Italia?
"Il pensiero su quelle che sono le relazioni con la realtà, con quello che già è e sarà ancora di più quando ripenseremo a questi giorni, va lasciato allo spettatore. È lui che riesce a tracciare linee con cose che succedono durante la serie, senza che questo sia il suo scopo, pensando di decifrarle secondo le proprie conoscenze. Il tutto però è talmente spostato di piano – i registi lo chiamano “realismo iperbolico“ – che diventa un’opera capace di sollecitare curiosità, emozioni, turbamenti, commozioni".
Da I cento passi a The Bad Guy lei ha raccontato spesso al cinema la Sicilia. Negli anni ha visto un cambiamento nella sua terra?
"Dal 1992 in poi c’è stata una sollevazione popolare di tutta la società che ha reagito in maniera potentissima. Io ero a Roma per l’ultimo anno di Accademia. Ma quando sono morti Falcone e Borsellino era impossibile stare lontano da Palermo per un siciliano. C’era la sensazione di doverci essere. Un altro momento fondamentale sono stati gli anni del maxi processo. Hanno fatto capire in che mondo si era immersi. Lo Stato reagiva alla presenza della mafia in una maniera forte. Questo ha creato i presupposti perché i siciliani risorgessero dal loro sonno mortifero. Adesso ci sono nuove forme di mafia, più sommerse. Può sembrare che le cose siano passate, invece, lavorano nel silenzio".
Sono passati oltre vent’anni anni dal film di Marco Tullio Giordana La meglio gioventù. Oggi chi la rappresenta?
"La cosa che più si avvicina sono i ragazzi che hanno a cuore due cose: la conoscenza e le sorti del pianeta. Una bellissima corrente che è insieme di ecologismo, ma che ha anche una connotazione politica. Perché ecologia significa anche che tipo di vita voler vivere".
Nell’universo di The Bad Guy il ponte sullo stretto di Messina è stato realizzato ed è anche crollato. Lei, invece, cosa vorrebbe per la Sicilia?
"Che si riesca a essere eredi più delle cose belle del passato che non dei guasti. Mi riferisco alle grandi civiltà che ne hanno fatto la storia. Abbiamo avuto la fortuna di avere di tutto. Mi chiedo spesso com’è che tutta questa bellezza e sapienza, a un certo punto, non sia in grado di crearne altra. Mi auguro di sapere che tutti noi siamo all’altezza della bellezza che ci ha preceduti".