
Poche certezze a Hollywood alla vigilia di un’edizione quasi caotica. Pesa ancora la mobilitazione degli attori contro l’intelligenza artificiale.
La notte degli Oscar tra domenica e lunedì metterà fine a una stagione dei premi imprevedibile e caotica, segnata dal fantasma dell’intelligenza artificiale, dalle regole ferree della cancel culture e dall’improvvisa timidezza di Hollywood nei confronti di qualsiasi messaggio politico o sociale, da non aspettarsi sul palco, perché non ci sarà Jane Fonda a concedere il bis del suo discorso ai Sag Awards.
Si giunge all’appuntamento hollywoodiano più importante dell’anno con poche certezze, fra tutte l’attesa vittoria di Kieran Culkin come miglior attore non protagonista per la sua magnetica, divertente e a tratti straziante interpretazione in A Real Pain di Jesse Eisenberg. Traballa, invece, la posizione di Adrien Brody dopo la vittoria di Timothée Chalamet ai Screen Actors Guild Awards. Il premio non influisce sul voto dell’Academy, già chiuso nei giorni precedenti, però potrebbe essere il primo segnale di un cambio di preferenza e di direzione.
I colleghi attori, l’anno scorso coinvolti in un lungo sciopero anche contro l’Ia, non hanno infatti apprezzato l’uso del software Respeecher nel perfezionamento dei dialoghi in ungherese di Brody in The Brutalist di Brady Corbet. Chalamet, al contrario, ha dato prova di un lungo impegno, durato oltre cinque anni, per la creazione del suo Bob Dylan in A Complete Unknown, film di James Mangold in cui canta e suona personalmente.
La componente artigianale del cinema, che coinvolge anche romanticamente il lavoro e l’arte umana, sembra essere tornata al centro degli Oscar 2025, soprattutto con Wicked, di Jon M. Chu, proiettato verso la vittoria di diversi premi di prestigiose maestranze, seppur collaterali: effetti speciali e scenografie (con nove milioni di veri tulipani piantati per una sola scena), costumi, trucco e acconciature. Non stupirebbe nemmeno la vittoria di Ariana Grande come interprete non protagonista, nonostante le previsioni diano ancora salda la posizione di Zoe Saldaña per Emilia Pérez, forse unico premio che il film francese porterà a casa dopo lo storico risultato di tredici nomination.
Il crollo dell’opera di Jacques Audiard, già non particolarmente amata dal pubblico statunitense, è avvenuto infatti a fine gennaio, con la scoperta di alcuni vecchi tweet della protagonista Karla Sofía Gascón dal contenuto espressamente razzista. Oltre alle scuse, Gascón – che è la prima attrice transgender a ottenere una nomination – ha dovuto garantire la sua assenza ai successivi maggiori eventi, salvo gli Oscar stessi, a cui è stata reintegrata. Le sue possibilità di vittoria sono ormai nulle e nella categoria di interprete protagonista la favorita resta Demi Moore, con un potente ruolo nel body horror femminista The Substance di Coralie Fargeat, unica donna candidata quest’anno alla regia.
Nonostante l’interesse intorno al suo lavoro, Fargeat difficilmente riuscirà a battere Sean Baker, che per Anora ha già vinto il Directors Guild Award, il Producers Guild Award e anche il Critics’ Choice Award. Secondo le statistiche sarà infatti proprio Anora a conquistare, alla fine, anche il premio più ambito. In tutta la storia degli Oscar, giunti alla 97ª edizione, con la stessa sequenza di premi in una sola stagione, solo una pellicola ha perso poi il miglior film, I segreti di Brokeback Mountain nel 2006.
In questo quadro l’unico elemento indecifrabile resta Conclave di Edward Berger, thriller politico inglese ambientato in Vaticano e girato a Cinecittà. È la scelta più prevedibile per la miglior sceneggiatura non originale, con poche speranze per il grande cast, da Ralph Fiennes a Isabella Rossellini. Al tempo stesso è minacciato dalla variabile impazzita, I ragazzi della Nickel di RaMell Ross. Titolo sconosciuto in Italia (su Prime Video dal 27 febbraio), ma rivoluzionario al punto da poter offrire l’unico vero sussulto agli Oscar: “l’effetto Moonlight”, come otto anni fa.
Appuntamento quindi con i 97esimi Academy Awards: alla conduzione, per la prima volta Conan Christopher O’Brien, personaggio televisivo dalle mille sfaccettature che negli anni ha guidato programmi come il Saturday Night Live; in Italia la serata sarà trasmessa dalle 00.15 in chiaro su Raiuno e in streaming su RaiPlay.