Foto: Zip Cinema
Negli ultimi anni il cinema d'autore giapponese ha avuto in Kore-eda Hirokazu un cineasta di primissima grandezza: ha commosso e convinto grazie a film come 'Father and Son', 'Little Sister', 'Ritratto di famiglia con tempesta' e 'Un affare di famiglia'. E spesso ha conquistato riconoscimenti importanti, come accaduto anche nel caso del recente 'Le buone stelle' (titolo internazionale 'Broker'), insignito al Festival di Cannes 2022 del premio della giuria ecumenica e di quello per il migliore attore protagonista (Song Kang-ho, già apprezzato in 'Parasite'). Dopo alcune anteprime di fine settembre, giovedì 13 ottobre 'Le buone stelle' esce nelle sale cinematografiche italiane, portandosi dietro recensioni più che positive.
'Le buone stelle', tutto sul film
La trama ruota attorno a un neonato: una giovane madre in difficoltà decide di sbarazzarsene e lo affida alla 'baby box' di un ospedale. Poi cambia idea e vorrebbe riprenderselo, ma nel frattempo il bimbo è stato intercettato da due uomini che trafficano in bambini, identificando la migliore famiglia a cui affidarli (e ricevendone in cambio denaro). La madre naturale decide di unirsi ai due uomini per cercare i genitori adottivi ideali. Nel frattempo, due poliziotte sono sulle tracce del gruppo, che sta violando la legge e dunque rischia l'arresto.
Il regista e sceneggiatore Kore-eda Hirokazu, giapponese classe 1962, ha spesso messo al centro dei propri film il concetto di famiglia: non necessariamente quella di sangue, ma quel nucleo di affetti e responsabilità che nasce fra persone che si sentono legate in maniera particolare, siano esse parenti oppure no. 'Le buone stelle' conferma i temi a lui cari, così come il taglio empatico che sa dare al racconto per immagini.
Le recensioni, cosa ne pensa la critica
In generale 'Le buone stelle' è stato accolto piuttosto bene, anche se non ha entusiasmato come alcuni lavori precedenti di Kore-eda Hirokazu (per esempio 'Un affare di famiglia', considerato un capolavoro). Resta il fatto che siamo di fronte a un film capace di mettere in scena una realtà complessa senza renderla confusa, e a un racconto con una netta posizione etica di base che però non diventa mai urlato o retorico.
Il trailer