Mercoledì 4 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

La critica porta a Venezia il cinema più politico

La Settimana Internazionale della Critica a Roma presenta una selezione di film politici e sociali, tra cui "Anywhere Anytime" di Milad Tangshir e "Planet B" di Aude Léa Rapin. Il cinema si interroga sul presente incerto e sulle risposte possibili in un mondo in crisi.

La critica porta a Venezia il cinema più politico

La critica porta a Venezia il cinema più politico

Una selezione tutta declinata sulla politica, sul sociale, sul mondo che cambia quella della Settimana Internazionale della Critica (Sic) presentata a Roma da Beatrice Fiorentino, direttrice artistica di questa sezione autonoma e parallela del Festival di Venezia (28 agosto-7 settembre), organizzata dal Sindacato nazionale critici cinematografici italiani (Sncci). Tra le sette opere prime in concorso e i due eventi speciali fuori concorso troviamo anche un film italiano, Anywhere Anytime di Milad Tangshir, regista torinese di origini iraniane, una sorta di ladri di biciclette del terzo millennio. Protagonista un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Inizia così a fare il rider, ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata.

Lungometraggio d’apertura fuori concorso sarà invece Planet B di Aude Léa Rapin. Francia, 2039. Una notte, un gruppo di attivisti perseguitati dallo Stato scompare senza lasciare traccia. Julia Bombarth è una di loro che si ritrova intrappolata in un mondo del tutto sconosciuto: il Pianeta B. Perfumed with mint di Muhammed Hamdy racconta invece di Bahaa, medico dal cuore spezzato che insieme all’amico Mahdy cerca di sfuggire ai fantasmi del passato. Dall’Austria arriva Peacock di Bernhard Wenger, la tragedia di un uomo ridicolo, Matthias, che a pagamento riesce a fingersi quello che gli viene richiesto.

Dagli States arrivano due film: Homegrown, documentario di Michael Premo sul suprematismo e No Sleep Till di Alexandra Simpson. Nel primo tre attivisti di destra attraversano il paese nell’estate del 2020, durante la campagna di Donald Trump, contribuendo alla nascita di un movimento che sperano possa sopravvivergli. Nel secondo troviamo una città costiera della Florida minacciata da un imminente uragano, la gente del posto si prepara all’evacuazione obbligatoria, ma c’è chi decide di rimanere e rischiare. Dalla Gran Bretagna arriva Paul & Paulette Take a Bath di Jethro Massey, una rom-com su un giovane giornalista americano e una ragazza francese con il gusto del macabro. In Don’T Cry, Butterfly della regista vietnamita Duong Dieu Linh, troviamo Tam che lavora in una location per matrimoni. Un giorno scopre il tradimento del marito in tv e decide di ingaggiare un’esperta di rituali magici per riconquistarlo.

Film di chiusura fuori concorso Little Jaffna di Lawrence Valin. Nel quartiere parigino che dà il titolo al film c’è una comunità Tamil, dove Michael, giovane agente di polizia, viene incaricato di infiltrarsi per scovare un gruppo criminale noto per le estorsioni e il riciclaggio di denaro a favore dei separatisti dello Sri-Lanka.

"Siamo dentro a un presente indeterminato – ha detto Beatrice Fiorentino – e in un simile scenario, a un passo dal baratro, in un mondo funestato da guerre, armi, se si vuole scongiurare la catastrofe, che risposte può offrire il cinema? Non risposte, dubbi semmai".