Giovedì 26 Settembre 2024

John Carpenter: io, i Beatles e Morricone

Una chiacchierata tra cinema e musica con John Carpenter

John Carpenter

John Carpenter

Di Manuela Santacatterina - «Si, io amo i Beatles! Sono il mio gruppo preferito. Li ascolto ancora oggi. Rubber Soul è senza dubbio il disco che preferisco. È da lì che hanno iniziato a rischiare. Erano ancora un gruppo pop ma hanno smesso di fare musica solo per un pubblico di ragazzine e hanno dato il via ad un nuovo inizio...». La nostra conversazione al telefono con John Carpenter, che risponde a Hot Corn dalla sua casa di Los Angeles, non poteva iniziare meglio, con lui a confessare il suo infinito amore per John, Paul, George e Ringo. L’occasione è data da Firestarter, il film diretto da Keith Thomas basato sul romanzo di Stephen King e remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili che Carpenter però non ha diretto, ma di cui ha firmato la colonna sonora con il figlio Cody e Daniel Davies, appena uscita in Italia grazie a Goodfellas. «La storia viene da lontano: all’inizio degli anni Ottanta avrei voluto dirigere Firestarter ma alla fine non funzionò e chiamarono Mark L. Lester. Così è stata un’occasione per rivisitare un progetto a cui tenevo molto, in questo caso a fianco del regista, Keith Thomas, con cui ho lavorato molto bene». Nato nel 1948, oggi Carpenter è una leggenda assoluta, un regista capace in carriera di dirigere cult assoluti come Halloween, La cosa, 1997: Fuga da New York, Grosso guaio a Chinatown e Essi vivono (e ci fermiamo qui) e che spesso però ama scrivere colonne sonore e andare anche in tour con la sua band. «No, non ho avuto nostalgia del set, perché come compositore ogni giorno non so mai cosa farò e non so come sarà. È fantastico e devo proprio dirlo: è molto più divertente che dirigere un film. Non c’è tutta quella pressione». La musica nella vita di Carpenter ha sempre occupato un posto centrale, basti ricordare anche il suo film su Elvis con Kurt Russell, Elvis, il re del rock, e la collaborazione con Ennio Morricone nel 1982 per La cosa . «Ennio? Che dire, è stato un grande maestro e ho amato lavorare con lui. Era un uomo davvero gentile. Ho adorato le musiche che ha scritto per il film. Se fosse ancora qui, vorrei lavorare ancora con lui». Innovativo come il suo cinema, Carpenter ha sempre dedicato alle colonne sonore uno spazio centrale nei suoi film, a partire da Dark Star, il suo primo film girato nel 1974. La sua soundtrack leggendaria però rimane Halloween – La notte delle streghe con cui nel 1978 reinventò il suono della paura creato da Bernard Herrmann in Psycho di Alfred Hitchcock. «La verità? In quegli anni non avevamo abbastanza soldi per un vero compositore o una vera orchestra! Ero io che dovevo farlo e il synth e il piano erano gli unici strumenti che sapessi suonare. Ecco da dove nasce quel suono della paura (ride, nda)!». E quando gli domandiamo cosa ne pensa del nuovo cinema horror americano rappresentato da Ari Aster, Jordan Peele e Robert Eggers, Carpenter risponde così: «Chiunque diriga un film ha il mio rispetto. È un lavoro difficile così come è difficile mantenere una visione nel nostro mondo a causa dell’ingerenza dell’industria cinematografica. Nei film horror non è cruciale di cosa tratti il film quanto piuttosto come è diretto, il suo stile. È questo che provoca paura, che spaventa le persone. Credo che tutti i registi, poco importa che genere di film facciano, abbiano la responsabilità di raccontare storie in cui la gente si possa rispecchiare. Non è la fama quello che conta, né il successo o i soldi. L’unica cosa conta sono i film. Il cinema è il mio primo amore e lo resterà per sempre». Prima di salutarci però, Carpenter confessa di avere oggi altre due passioni che lo accendono: «Lo confesso, ogni tanto guardo le serie TV. Ma il più delle volte preferisco giocare ai videogame oppure guardare l’NBA, seguo i Golden State Warriors e i Milwaukee Bucks. Proprio ora siamo nel bel mezzo dei playoff. È davvero eccitante!»