Per chi ha circa 40 anni o li ha superati da poco, è impossibile non collegare mentalmente Brooke Shields al film cult “Laguna Blu” che la fece conoscere in tutto il mondo. Era il 1980 quando quella pellicola, tratta dal romanzo “La laguna azzurra”, uscì nelle sale di tutto il mondo e interpretato dalla giovanissima Shields accanto a Christopher Atkins. Solo nel Nord America incassò, al botteghino, circa 60 milioni di dollari, di fronte a un budget di appena 4,5 milioni. Se riuscì a ottenere la nomination al Golden Globe per la nuova star dell'anno, Christopher Atkins, a trionfare – per ironia della sorte – fu Brooke Shields giudicata peggior attrice ai Razzie Awards di quell’anno. Ma la pellicola fu un successo tale da rendere la giovanissima modella una star famosa in tutto il mondo.
Il libro “It’s not allowed to get old”, una riflessione sull’età che avanza
Nata a New York il 31 maggio 1965, Brooke Shields ha poi continuato la sua carriera nel mondo del cinema e della televisione, tra ruoli principali e secondari. Nel corso degli anni ha pubblicato anche alcuni libri ma, in queste ultime settimane, sta incuriosendo il provocatorio titolo scelto per la sua ultima fatica, “It’s not allowed to get old”, in italiano “Non è permesso invecchiare”.
Il libro racchiude una intima e stimolante riflessione sull’invecchiare che ha lo scopo di capovolgere l'idea di cosa significhi per una donna invecchiare. Dopo aver trascorso la sua vita sotto i riflettori, essere stata attrice e modella bambina, ogni suo aspetto veniva esaminato attentamente e ogni sua decisione veniva giudicata. Oggi Brooke si trova davanti a un diverso tipo di esame: quello del tempo che scorre e l’accettazione di essere una "donna di una certa età".
Nelle pagine del volume, l’attrice condivide le proprie esperienze di vita con umorismo e umiltà, unendo la ricerca e i reportage, con la missione finale di prendere di mira i fattori sistemici che contribuiscono ai pregiudizi legati all'età. Un modo per affrontare questo tema da un punto di vista diverso, personale ma anche “rivoluzionario”. Perché ci sono anche lati positivi del tempo che passa. Si aprono quindi pensieri e riflessioni che portano a un nuovo dibattito sul potere e le promesse della mezza età.
Il senso di libertà e la rivendicazione del potere e della propria autonomia
Nelle pagine del libro, la Shields evidenzia come il passare del tempo le abbia portato ad assaporare completamente il senso della libertà. A cinquantanove anni, si sente più a suo agio nella sua pelle, più forte e sicura di sé rispetto a decenni fa quando indossava i famosi Calvin Klein. Ora, nel libro, vuole cambiare il mondo in cui vengono raccontate le donne e l'invecchiamento.
Questa è un periodo storico, sostiene Brooke, in cui le donne stanno rivendicando potere e autonomia, senza rifugiarsi nell'ombra: “Questi sono gli anni in cui possiamo decidere come vogliamo vivere, quando possiamo scrivere le nostre storie”.
La libertà e il potere di dare voce a se stesse sono due vantaggi che possono essere legati anche alla consapevolezza di chi si è, lontane da quelle insicurezze e dai possibili timori che possono accompagnare chi sta crescendo e sta (ancora) diventando una donna formata.
Uno dei passaggi chiave del libro è anche il punto di vista che diventa elemento cruciale per ogni età. Questo pensiero le è venuto quando ha osservato con attenzione i suoi figli: “Guardo i miei figli, che possono dormire fino a mezzogiorno senza agitarsi per i camion della spazzatura o le sirene fuori, e penso: “Ah, la giovinezza”. C'era un tempo in cui potevo andare a letto senza prendere una pillola o stare sveglia per ore nel cuore della notte, com'era?”. Ma quando lei stessa era una ragazza, non si era mai accorta di tutte queste fortune, In ogni periodo della vita, non ci si rende conto di quello che si possiede: “E anche se queste giovani donne incredibilmente belle passano ore davanti agli stessi specchi che cerco di evitare, non si rendono ancora conto di quanto siano freschi, vivaci e non influenzati dalla gravità i loro corpi, proprio come noi alla loro età”.
L’età come aumento di sicurezza in se stessi
La modella e attrice ha poi analizzato a fondo questo passaggio: “Siamo sempre alla ricerca di qualcosa, mai apprezzata, e quello che mi passa per la testa è: ugh, dov'è la giustizia? Perché critichiamo sempre noi stesse e i nostri corpi mentre cerchiamo una perfezione irraggiungibile? Perché non ci rendiamo mai conto di quanto siamo uniche e speciali? E perché, quando finalmente ci liberiamo dalla pressione o contiamo le nostre benedizioni o semplicemente ci godiamo chi siamo, è praticamente troppo tardi?”.
L’accettazione e il sentirsi l’età che ci si sente è uno sguardo necessario. “Ma anche se non mi sento invincibile come nella mia giovinezza, non mi sento neanche cinquantanovenne” ha sottolineato. E ha aggiunto: “Quando dico la mia età ad alta voce, so che per alcune persone potrebbe sembrare vecchia, ma io non mi sento davvero, in nessun modo, vecchia”.
La società attuale, quella del mondo moderno e della vita comune medio borghese affronta il tempo che passa come una condanna. Ma non è sempre e ovunque così: “In Corea, il sessantesimo e il settantesimo compleanno sono considerati eventi importanti della vita, segnati da feste e banchetti. Nelle comunità dei nativi americani, gli anziani sono spesso definiti "custodi della saggezza", sono considerati leader della comunità. In India, gli anziani hanno l'ultima parola nelle controversie familiari”.
Insieme alla libertà e al potere/autonomia di cui ci si rende finalmente conto, un altro elemento chiave degli anni che avanzano è anche quello della sicurezza in se stessi. Un insegnamento e un consiglio da non sottovalutare: “A cinquantanove anni, mi sento più sicura di me stessa che mai. Mi sento più a mio agio nella mia pelle e ho smesso di confrontarmi con questo ideale o di preoccuparmi di questa aspettativa. Ma ammetto che anche se sto vivendo questo nuovo senso di soddisfazione, devo ricordarmi, a volte ogni giorno, che sono abbastanza brava”. Una sicurezza che si riesce a ottenere con l’amore (che dovrebbe essere quotidiano) per se stessi: “Sì, continuo a fare esercizio e a prendermi cura della mia pelle, ma ora lo considero un privilegio, perché mi fa sentire meglio”.