Sabato 21 Dicembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Cinema e Serie Tv

I pizzini di “Iddu“: "L’enigma Messina Denaro. Un narcisista patologico"

Il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sul boss di Castelvetrano. Elio Germano protagonista: "Un criminale capace di dolcezza. Figura perturbante". .

Il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sul boss di Castelvetrano. Elio Germano protagonista: "Un criminale capace di dolcezza. Figura perturbante". .

Il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sul boss di Castelvetrano. Elio Germano protagonista: "Un criminale capace di dolcezza. Figura perturbante". .

"Hanno ritrovato nel suo covo libri di Vargas Llosa, di Baudelaire, di Dostoevskij. E i dvd del Padrino, ma anche di film di Michelangelo Antonioni, e di Rocco Papaleo. Chi era Matteo Messina Denaro?". "Era un uomo ossessionato dal sesso, un latin lover, un narcisista patologico. In costante negazione dei propri crimini, delle proprie colpe, anche con se stesso". Ne parlano così, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, di quell’uomo terribile e segreto attraverso il quale raccontano, in certo modo, la banalità del male. Ieri i concorso è stato proiettato Iddu: quasi una cronaca della lunga latitanza di uno dei più feroci boss mafiosi degli ultimi decenni, Matteo Messina Denaro. Ma il film diretto da Grassadonia e Piazza, dal 10 ottobre nelle sale, non è un thriller teso a spettacolarizzare gli eventi: non mostra nemmeno la cattura del boss, avvenuta nel gennaio 2023 a Palermo; e nemmeno, dunque, la sua morte di pochi mesi dopo.

Esplora, invece, il film, questa vita tutta nell’ombra. Il potere esercitato sugli altri. Ed esplora la psicologia di questo personaggio. Che i due registi raccontano in modo asciutto e penetrante: "Era un ragazzo intelligente che ha assorbito dal padre, don Ciccio, boss di Castelvetrano, una forma amorale, patologica di patriarcato. La forma peggiore di patriarcato possibile. Ed è quello, per noi, il cuore della faccenda. In certi territori della Sicilia, una forma feroce di patriarcato ha impedito lo sviluppo civile e sociale di quelle terre".

Matteo Messina Denaro, interpretato da Elio Germano, comunica attraverso pizzini, fogli di carta piegati e nascosti nei prodotti di un supermercato, nei modi più ingegnosi. "Il film lo studiavamo da tempo, ben prima che Messina Denaro fosse arrestato", dicono i due registi. "Ci siamo imbattuti in un carteggio, in una serie di conversazioni attuate attraverso i pizzini, fra Messina Denaro e un ex sindaco di Castelvetrano. Erano una decina di lettere molto interessanti. Perché, al di là dei suoi affari criminali, Messina Denaro si dilungava parecchio su se stesso. Erano quasi delle meditazioni esistenziali, le meditazioni di un criminale narciso". "Mentre stavamo preparando il film, è arrivata la notizia del suo arresto, dopo trent’anni di latitanza. Sono spuntati molti materiali in più, e ci siamo chiesti se il nostro ritratto del boss fosse plausibile, alla luce dei nuovi materiali. E sì, lo era. Messina Denaro rimane ancora un enigma, ma alcuni lati della sua personalità possiamo metterli a fuoco".

Interviene Elio Germano: "Messina Denaro era un uomo che leggeva, e aveva un gusto per l’esibizione della cultura. Gli piaceva dimostrare di essere superiore agli altri: una patologia che hanno quasi tutti gli italiani. Ma stiamo parlando di uno degli uomini più potenti della mafia, e tuttavia un essere umano capace di dolcezza, di sensibilità. E questo è ancora più perturbante. E le cose che Messina Denaro difendeva – la difesa dei propri spazi, della proprietà privata, il cinismo pur di ottenere il profitto, la fascinazione per le armi – oggi sono pericolosamente parte del discorso comune. E questo rende il suo personaggio ancora più perturbante".

Toni Servillo interpreta un ex preside, che intrattiene con il latitante una strana corrispondenza, fatta di frasi forbite, un pizzino dopo l’altro, sotto gli occhi degli investigatori che cercano di stanare così il ricercato: "Il mio personaggio è grottesco, un saltimbanco assediato dalla disperazione. Ma non è il personaggio di una farsa: dietro il ridicolo si deve cogliere il tragico". Il film ha già vinto due premi collaterali, che saranno consegnati oggi: il premio Carlo Lizzani al miglior film italiano e il premio Mimmo Rotella.