Senza un motivo apparentemente plausibile, Sky Studios ha deciso di produrre una miniserie sugli 883, intitolata, strano, Hanno ucciso l’Uomo Ragno, sottotitolo piuttosto sommesso: La leggendaria storia degli 883. In onda da venerdì su Sky Serie e Now. Una precisazione: la fiction, in ben otto puntate, narra la, appunto, leggendaria storia degli 883 e solo degli 883, non si spinge quindi fino alla carriera da solista di Max Pezzali. Infatti si parte da molto lontano (addirittura da Einstein) per descrivere la disgraziata adolescenza/gioventù di Max, allora Massimo, in una detestata città di provincia come Pavia. Lo studio, i primi innamoramenti, la bocciatura, l’estate passata ai funerali, la scoperta della musica prima punk e poi rap (nelle loro canzoni non ce n’è traccia, pazienza).
Insomma la storia di Massimo Pezzali è quasi un pretesto per imbastire quella che gli addetti ai lavori chiamano ‘teen drama’, per intenderci qualcosa simile a ‘I ragazzi del muretto’ o ‘I ragazzi della terza C’ (volando più alto, potremmo citare American Graffiti, ma chi lo ricorda ormai?). La vicenda, almeno il primo episodio, è raccontato con toni da commedia, Massimo sfigato che insegue sogni puntualmente svaniti finché... finché nella quinta classe dove è stato spedito dopo la bocciatura, incontra il compagno di banco, Mauro Repetto. E lì comincia tutto.
Gli attori che impersonano i nostri due eroi sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, scelti dopo sei mesi di provini. I due si sono sottoposti a estenuanti sedute di scuola di canto per poter interpretare Max e Mauro (ma dai, ne bastavano due o tre). A Elia hanno dovuto radere parte dei capelli per riprodurre la celebre stempiata di Pezzali, e gli hanno infilato in bocca un apparecchio appositamente costruito per rendere l’altrettanto nota dentatura di Max. I due, giovanissimi, si sono sorpresi quando hanno avuto a che fare con strane attrezzature appositamente reperite – il telefono a gettoni, per esempio.
Regista e deus ex machina dell’operazione è Sydney Sibilia (autore di pietre miliari come ‘Smetto quando voglio’ e ‘Mixed by Erry’) che si è gettato con entusiasmo nell’impresa dopo aver conosciuto, da giovane, le canzoni dei due. "Dentro c’era un mondo. Max è un antieroe, credo che sia questa la spiegazione del loro successo".
Gli 883, quelli veri, hanno dato il proprio assenso ma poi non si sono impicciati troppo. Resta alla storia il misterioso precedente di Jolly Blu, film del 1998 interpretato dal vero Max di cui si narra il leggendario ma gustoso aneddoto secondo il quale, durante i casting per scegliere le attrici, venne scartata Angelina Jolie per prendere Alessia Merz.
I dirigenti Sky, inguaribilmente ottimisti, sono certi che una serie così italiana – si potrebbe dire così provinciale – potrà benissimo essere venduta anche all’estero. "I tumulti di un adolescente sono sempre uguali, trent’anni fa come oggi, come ovunque", filosofeggia Nils Hartman, executive vice president di Sky Studios per l’Italia.
‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno’ resta di certo un unicum: una fiction – e non un biopic, insomma una biografia documentaristica – realizzata su una band ancora in vita e attiva per metà. Abbiamo visto i film su Freddie Mercury, su Amy Winehouse, su Elvis, tutti trascorsi a miglior vita. Rarissimo il caso di un artista celebrato così sontuosamente in vita. Ci sarebbe Elton John, ma lasciamo stare certi paragoni.