Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Film horror, i 100 migliori di tutti i tempi secondo ‘Variety’

In classifica ci sono anche le pellicole degli italiani Pier Paolo Pasolini, Mario Bava e Dario Argento

La rivista Variety ha stilato la lista dei 100 migliori film hottor di tutti i tempi

La rivista Variety ha stilato la lista dei 100 migliori film hottor di tutti i tempi

Di recente la testata Variety ha pubblicato la classifica dei 100 migliori film horror di tutti i tempi, stilata dalla redazione della rivista americana con l'intento di raccogliere un'ampia varietà di pellicole, dai cult ai classici, fino ai titoli più moderni. 

Scelte controverse

Come hanno commentato alcuni esperti del mondo dello spettacolo, si tratta di una classifica che sicuramente farà discutere, soprattutto tra gli appassionati del genere horror, ma che potrebbe anche offrire spunti interessanti e far riscoprire titoli ingiustamente dimenticati. La lista dei 100 migliori film horror di sempre ha cercato di coprire tutti gli stili del genere in questione, includendo sia le produzioni più raffinate che quelle a basso budget e spaziando dalle opere di maestri come Alfred Hitchcock e John Carpenter a quelle di talenti emergenti. 

Top ten

Al primo posto spicca ‘Non aprite quella porta’ (1974, titolo originale ‘Texas Chain Saw Massacre’) di Tobe Hooper, un vero punto di riferimento del genere. Seguono, nell’ordine, ‘L’esorcista’ (1973) di William Friedkin, ‘Psycho’ (1960) di Alfred Hitchcock, ‘Lo squalo’ (1975) di Steven Spielberg e ‘Rosemary’s Baby’ (1968) di Roman Polanski. La classifica prosegue con ‘La notte dei morti viventi’ (1968) di George A. Romero, ‘Audition’ (1999) di Takashi Miike, ‘Frankenstein’ (1931) diretto da James Whale. 

Horror italiani

Al nono posto – prima di ‘Carrie’ (1976) di Brian De Palma, che chiude la top ten – troviamo, a sorpresa, ‘Salò, o le 120 giornate di Sodoma’ (1975) di Pier Paolo Pasolini, un riconoscimento inaspettato, per quanto gradito, per il controverso film del regista italiano. Pasolini non è l’unico cineasta italiano riportato nella classifica di Variety. Al ventunesimo posto si piazza ‘La maschera del demonio’ (1960) di Mario Bava. In novantanovesima posizione, tra ‘La spina del diavolo’ (2001) di Guillermo del Toro e ‘Repulsione’ (1965) di Roman Polanski, c’è anche ‘Suspiria’ (1977) di Dario Argento. 

Pier Paolo Pasolini

Il film di Pasolini incluso da Variety nella sua top 100 nel segno dell’horror rispecchia l’opera più controversa del Marchese de Sade (il romanzo ‘Le 120 giornate di Sodoma’), con qualche elemento rivisitato. Nell'Italia occupata tra il 1944 e il 1945, un gruppo di giovani viene catturato dai soldati repubblichini. Quattro potenti (il Duca, il Vescovo, il Magistrato e il Presidente) osservano i prigionieri e, dopo un’attenta selezione, scelgono nove ragazzi e nove ragazze. I prescelti vengono condotti in una villa isolata, situata nei dintorni di Salò, dove sono sottoposti a indicibili torture fisiche, mentali e sessuali. 

Mario Bava

Nella sequenza iniziale de ‘La maschera del demonio’, pellicola ambientata in Moldavia negli anni 1630, Asa, una strega interpretata da Barbara Steele, viene condannata a morte per stregoneria. Prima di poter essere bruciata sul rogo, però, una maschera di bronzo viene conficcata sul suo viso. Seguirà la vendetta, ambientata due secoli. Quella maschera con le punte tornerà a gelare il sangue degli spettatori…  Sottolinea Variety: “Bava evoca una forza dell'orrore raramente vista nel 1960: il potere della furia femminile”.

Dario Argento

Suzy Bannion (interpretata da Jessica Harper) è una studentessa americana di danza che si trasferisce in un'accademia di danza tedesca. Ma le apparenze ingannano: in realtà è una congrega di streghe. Gli esperti della testata statunitense spiegano che inizialmente, leggendo la trama di ‘Suspiria’, il produttore e sceneggiatore Roger Corman avrebbe rimandato indietro il soggetto a Dario Argento affinché lo riscrivesse. Tuttavia ciò fa parte dell'estetica del film ed è anche quello che permette a ‘Suspiria’ di essere un'opera unica nel suo genere, con l’iconico set e la celebre colonna sonora composta dalla band Goblin. 

Altre sorprese

Scorrendo l’intera classifica di Variety, si notano clamorose esclusioni e posizionamenti sorprendenti: da una parte è ricordato ‘King Kong’ di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack (dodicesimo, prima de ‘Il silenzio degli innocenti’ di Jonathan Demme), dall’altra non sono presenti titoli recenti come quelli della trilogia di Ti West, ‘Longlegs’, ‘Oddity’ o ‘Substance’ (forse per una questione di tempistiche legate all’elaborazione della lista e all’uscita dei titoli a ridosso o successivamente). Tra i contemporanei, non mancano invece ‘Get Out’ di Jordan Peele, che si aggiudica la ventesima posizione, e ‘The Human Centipede 2’, che guadagna il novantaduesimo posto.