
Yuri Tuci e Matilda De Angelis in una scena del film
Roma, 29 marzo 2025 – Margherita ha una ciocca di capelli color fucsia che esalta il suo sguardo allegro e intelligente. Ha un fratello maggiore, Damiano, autistico. Un rapporto speciale, il loro, che Margherita e Damiano Tercon hanno raccontato nel libro Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale (Mondadori 2020). Greta Scarano l’ha letto, ne è rimasta conquistata e ha deciso che con il suo primo film da regista, La vita da grandi (dal 3 aprile al cinema), avrebbe raccontato proprio questa storia, trovando in Matilda De Angelis e Yuri Tuci (scoperto in una compagnia di attori autistici), i suoi perfetti protagonisti.
Irene (Matilda De Angelis) vive a Roma e con riluttanza torna a Rimini, la città dove è nata e dove vive la sua famiglia. Ma i genitori devono allontanarsi e bisogna che lei si prenda cura di Omar (Yuri Tuci), il fratello autistico, un ragazzo deciso a mettere su famiglia, fare tre figli e diventare un cantante famoso. E mentre lei gli insegna a diventare autonomo e adulto, imparano a conoscersi e a volersi bene, fino ad affrontare l’agognato provino per un talent, intonando insieme Ci vuole orecchio di Enzo Jannacci, quasi un canto liberatorio, un’esplosione di gioia.
"Ho intercettato la loro storia nel 2020, durante il Covid, chiusa in casa. Vedo il loro provino per Italia’s Got Talent, mi colpiscono moltissimo e scopro che hanno scritto un libro in cui raccontano la loro vita da quando erano bambini fino a oggi: un viaggio in dinamiche familiari e relazionali che mi interessano molto", spiega Greta Scarano, attrice di tanti film e serie. "Mi folgora e capisco che si tratta di una storia che avrei voluto prima di tutto vedere da spettatrice. Parla di autismo – prosegue – ma va anche molto oltre l’autismo. Parla di sentimenti, di rapporti, in maniera profonda ma anche con leggerezza e ironia, lontano da stereotipi e cliché".
E così anche lei, come già altre attrici, da Paola Cortellesi a Margherita Buy, da Michela Ramazzotti a Laura Morante, firma il suo primo film, dopo avere diretto nel 2023 il corto Feliz Nadividad, premiato con un Nastro d’argento. "Ho sempre desiderato fare la regista, fin dai tempi del liceo. Poi ho iniziato a fare l’attrice – racconta Greta Scarano – pensando che fosse l’altra faccia di una stessa medaglia. Non è così, sono due mestieri molto diversi, e me ne sono resa davvero conto facendo prima il corto e soprattutto poi realizzando il film".
Dice Matilda De Angelis: "Il film racconta la scoperta di un rapporto che, fratello e sorella, non credevano di avere. E attraverso il mio personaggio, ispirato a Margherita Tercon, offre un punto di vista inedito su una figura poco o niente affatto raccontata dal cinema, quella del “sibling“, ovvero il fratello o la sorella di persona con disabilità. Non si parla abbastanza di cosa significhi trovarsi in questa condizione che spesso comporta di sentirsi, fin da piccoli, come invisibili, con i genitori tutti presi a occuparsi del figlio con più problemi. Una condizione che provoca inevitabilmente nella persona delle fratture. Ed è molto bello come nella nostra storia, fratello e sorella riescano a curare le fratture l’uno dell’altro".
Soddisfatta e felice del film, Margherita Tercon spiega: "Il film non parla soltanto di un fratello e di una sorella, ma di tanti fratelli e di tante sorelle. Di tante famiglie come la nostra, e che nella nostra si riconoscono. Un film in cui la persona autistica non è soltanto la sua disabilità e la sorella non è soltanto colei che assiste. O, peggio ancora, una sorta di fantasma". Per questo La vita da grandi è un film importante. Anzi, corregge Damiano: "Un film importantissimissimo!"