Qualcosa sta cambiando nel trattamento che il cinema ha sempre riservato al personaggio della “donna matura”. Conosciuta come “cougar” – l’equivalente anglo-americano di “panterona” -, “Mrs. Robinson” o addirittura “tua madre”, il personaggio della donna “più grande” è stato a lungo fissato negli stessi stereotipi: quello dell’antagonista o, in alternativa, della pazza. Il suo ruolo era quello della cattiva, della patetica, se non era addirittura volto a incarnare i temi più generali della manipolazione o di qualche forma di "corruzione generazionale". Tuttavia, di fronte all’uscita nell’ultimo anno di pellicole come “The idea of you” di Michael Showalter, “A family affair” di Richard LaGravenese e “Babygirl” di Halina Reijn – in arrivo nelle sale italiane il prossimo 30 gennaio –, come scrive il New York Times, la donna matura “è stata molto occupata” ultimamente”, ma lo è stata in modo diverso.
Per la giornalista Amanda Hess, il 2024 è stato “l’anno d’oro” per il personaggio della donna matura: è stata corteggiata da un membro di una boy band ("The Idea of You"), da una star dei film d'azione ("A Family Affair") e da un giovane nel campo della finanza ("Lonely Planet"). E non solo: con “Babygirl” ha anche ottenuto un ruolo da protagonista, quello di una dirigente di una compagnia di robotica. Sebbene possa ancora essere “un mostro” - come nel film di Catherine Breillat "Last Summer" o, in senso più letterale, in “The substance”, il body horror di Coralie Fargeat, che affronta proprio il tema dell’invecchiamento del corpo femminile – come scrive Hess, almeno “La sua personalità è stata liberata da caratteristiche come l’alcoolismo, il narcisismo o la delusione, usate per spiegare le sue proposte ‘poco rispettabili’, volte a manipolare i giovani uomini”, spesso attraverso il sesso.
Il personaggio della donna matura, il cui archetipo ha una storia “vecchia quanto il cinema stesso”, è già stato liberato in passato dal suo ruolo di “Mrs. Robinson” secondo Hess, grazie a film come “Harold e Maude” di Hal Ashby o, successivamente, “Tutto può succedere” di Nancy Meyers. Ma secondo la giornalista, è comunque sempre stata a rischio di essere “tirata di nuovo nel suo involucro” prestabilito. Adesso però sembra che le cose stiano cambiando davvero, e si vede, per esempio, già nelle fasi di casting. Molte delle migliori attrici di Hollywood, puntualizza Hess, hanno più di 40 anni e sono spesso anche produttrici che danno vita a progetti adatti ai loro talenti, collaborando con sceneggiatrici e registe per svilupparli. Anne Hathaway aveva 42 anni in “The idea of you”, così come Nicole Kidman ne aveva 57 durante le riprese di “Babygirl”.
La nuova donna matura, adesso, non genera il suo potere dall’aggancio all’uomo più giovane – che adesso è sexy e cool, non più quel “perdente” che segnalava il suo status inferiore – ma lo attinge da sé stessa. Gestisce una galleria elegante, scrive romanzi best-seller o presiede una compagnia di robotica che ha fondato. Se prima c’era qualcosa di sbagliato in lei, adesso piuttosto c’è qualcosa di strano nel suo giovane partner. Un drastico cambiamento nella rappresentazione di questo tipo di dinamiche di genere nel cinema, di cui, dopo un assaggio con le commedie romantiche di Showalter e LaGravenese, vedremo una più complessa rappresentazione nel thriller erotico di Reijn il prossimo 30 gennaio.