Lunedì 22 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Cinema e Serie Tv

Celeste Dalla Porta: "La mia Parthenope, donna inafferrabile"

La protagonista del nuovo film di Paolo Sorrentino al Festival di Giffoni "Lavorare con Gary Oldman è stato straordinario"

Celeste Dalla Porta, 26 anni, protagonista del film di Paolo Sorrentino 'Parthenope'

Celeste Dalla Porta, 26 anni, protagonista del film di Paolo Sorrentino 'Parthenope'

Giffoni (Salerno), 22 luglio 2024 – Si chiama Celeste Dalla Porta: ancora il pubblico italiano non l’ha scoperta. Lo farà il prossimo 24 ottobre, quando Parthenope di Paolo Sorrentino uscirà nelle sale italiane, preceduto da alcune proiezioni speciali di mezzanotte, a partire dal 19 settembre. Poi approderà su Netflix. Da quel giorno, molto probabilmente non dimenticheranno più il suo volto, che si scolpirà nell’immaginario collettivo. Perché Parthenope di Paolo Sorrentino – presentato in concorso all’ultimo festival di Cannes – è in gran parte lei. I suoi sguardi, i lunghi primi piani che indugiano sul suo volto, i suoi movimenti quasi di danza. Il suo modo di abbracciare con gli occhi. I suoi mezzi sorrisi che sembrano cadere giù, investiti da un pensiero amaro arrivato all’improvviso.

Nata alla vigilia di Natale del 1997, Celeste – figlia della fotografa Melina Mulas, del contrabbassista jazz Paolino Dalla Porta, e nipote del fotografo Ugo Mulas – ha studiato danza per molti anni, e poi ha studiato recitazione al Centro sperimentale di cinematografia. Da lì, alcuni cortometraggi, un piccolo ruolo in È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, e – in quello che praticamente è un esordio – il ruolo da protagonista assoluta in Parthenope.

I ragazzi di Giffoni Experience, centinaia di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, hanno scoperto sabato lei, insieme a Daniele Rienzo e Dario Celeste. Sono i due coprotagonisti del film, in tutta la ampia parte che racconta Parthenope giovane. E con lei vivono un intreccio di attrazioni, seduzioni, abbracci. Come in una bellissima scena, un lungo ballo all’alba, tutti e tre stretti insieme, sulle note di Riccardo Cocciante, con la canzone Era già tutto previsto.

"Sono abbracci di amore, di condivisione. È uno di quei momenti meravigliosi in cui si vive il presente, in cui si è così vivi che più vivi non si può", commenta Celeste. "E in quella scena c’è l’irrompere della malinconia, nei momenti più belli della vita. Paolo dice che in quell’abbraccio si percepisce anche una mancanza". Ricorda Dario: "Abbiamo girato alle quattro del mattino, con tanto sonno. Ma era il compimento di tutto il lavoro fatto, con Paolo e fra noi. Quella scena è fondamentale". Paolo Sorrentino, in collegamento Zoom, parla della tristezza imperscrutabile che affiora nel volto di Celeste. E lei commenta: "Paolo cercava spesso quello sguardo malinconico. E l’ho ritrovato in me. Paolo ha tirato fuori qualcosa di profondamente mio. E avevamo un codice nostro, per cui riuscivamo a comprenderci al di là delle parole". Nella seconda clip del film, mostrata ai ragazzi di Giffoni, Parthenope è in mare, e guarda Napoli, guarda la gente. "Guarda la città, guarda la sua casa, e le lascia andare", dice Celeste. "È una scena che è un po’ la sintesi del suo viaggio".

Parthenope è il nome della protagonista, ma anche il nome originario della città di Napoli. "Come Napoli, Parthenope è una donna libera, una donna forte, che non riesci mai ad afferrare", dice Celeste. Le fa eco Daniele Rienzo: "La storia della città di Napoli è la storia di una città che ha avuto mille incontri con altre popolazioni, senza essere mai veramente sottomessa. E così è Parthenope".

"Paolo – dice Celeste – ti cambia la percezione del tuo lavoro, del cinema, ti arricchisce tantissimo. Abbiamo provato a lavorare sullo sguardo di Parthenope. E sento che lui ha capito delle cose di me".

Celeste parla anche di Gary Oldman, il mostro sacro della recitazione, l’attore premio Oscar con cui si è trovata a lavorare, e con cui a Cannes ha anche giocato a bocce, in un momento libero postato su Instagram: "È stato un sogno lavorare con lui, ed è stato un incontro anche umanamente straordinario. Gary riesce a farti sentire a tuo agio". E a suo agio si è sentita anche nell’isola di Capri, dove il film è in parte girato. "Io amo molto le isole, e Capri l’ho amata tantissimo – dice – Sentivo questa energia che circolava nell’aria, potente, forte, avvolgente, e me ne lasciavo inebriare".