Venerdì 29 Novembre 2024
MANUELA SANTACATTERINA
Cinema e Serie Tv

'Black Doves', Keira Knightley è una spia nel cuore del governo inglese

Nel cast della serie creata da Joe Barton, già rinnovata per una seconda stagione, anche un grande Ben Whishaw. Su Netflix dal 5 dicembre

Keira Knightley in una scena di 'Black Doves'. Courtesy of Netflix

Keira Knightley in una scena di 'Black Doves'. Courtesy of Netflix

“Io sono solo una storia che racconto alla gente”. È così che Helen Webb, con una punta di tristezza nella voce, si autodefinisce. All'apparenza una moglie e madre presente e devota, nella realtà una spia professionista che negli ultimi dieci anni ha trasmesso i segreti del marito, il segretario alla difesa britannico Wallace Webb (Andrew Buchan) lanciato verso Downing Street, alla Black Doves. Un'organizzazione segreta gestita da Reed (Sarah Lancashire) che vende segreti e dati al miglior offerente per trarne profitto e che dà il nome alla serie disponibile dal 5 dicembre su Netflix. Già rinnovata per una seconda stagione ancora prima del suo debutto sul piccolo schermo, la serie è creata da Joe Barton (già firma di 'Giri/Haji') e sviluppata da Sister e Noisy Bear. Seduto dietro la macchina da presa Alex Gabassi ('The Crown') per un thriller di spionaggio in sei episodi ambientato in una Londra natalizia. A prestare il volto alla spia della Black Doves, Keira Knightley - anche produttore esecutivo – che nella dimensione seriale torna con un ottimo ruolo dopo una manciata di titoli (eccezione fatta per 'Lo strangolatore di Boston') non proprio all'altezza della sua fama e bravura. La serie si apre con una chiamata di gruppo e un triplice omicidio al telefono per le vie londinesi di Southbank. Una delle vittime è Jason (Andrew Koji), l'amante segreto di Helen. Per evitare che la copertura della sua spia salti o che, peggio ancora, venga uccisa, Reed richiama a Londra Sam (un grande Ben Whishaw), vecchia conoscenza di Helen. È così che i due iniziano a indagare per scoprire chi ha commissionato quelle morti e perché. Quella che scoprono è una cospirazione in cui la criminalità londinese si intreccia alle tensioni diplomatiche tra Regno Unito e Cina dopo che l'ambasciatore cinese è stato trovato morto in circostanze poco chiare. Non priva di qualche cliché e di una certa sospensione dell'incredulità – scontri armati o colluttazioni dalle quali Helen e Sam ne escono senza un graffio -, 'Black Doves' si inserisce nel filone delle serie di spionaggio, da 'Slow Horses' a 'The Night Agent' passando per 'The Americans', trovando una propria identità narrativa. Lo fa grazie alla sua la capacità di mettere in scena un racconto equilibrato dove la componente spy se la gioca ad armi pari con quella più intima che ha a che fare con il privato dei suoi protagonisti. Anche le spie hanno un cuore che batte per amore sembra suggerirci la sceneggiatura che ha un altro asso nella manica: la sua componente queer. Nel mettere in scena Sam, un sicario gay, 'Black Doves' spazza via anni di machismo eterosessuale legati al genere di appartenenza regalandoci un personaggio bellissimo e stratificato, spietato e ironico. Un suggerimento a margine: lasciate scorrere i titoli di coda così da poter ascoltare la splendida cover di 'Bang Bang (My Baby Shot Me Down)' di Nancy Sinatra intonata da Raye.